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    Il calcio in Grecia, Marchegiani jr. a CM: "Ecco l'Atromitos, la quarta squadra di Atene dove Mandas è cresciuto"

    Il calcio in Grecia, Marchegiani jr. a CM: "Ecco l'Atromitos, la quarta squadra di Atene dove Mandas è cresciuto"

    • Federico Targetti
    Olympiacos, Panathinaikos, AEK: ad Atene e in Grecia queste sono le squadre che vengono in mente se si parla di pallone. In una città da cinque milioni di abitanti, però, c'è molto di più, e dal sottobosco di società calcistiche che popolano la capitale ellenica è emerso negli ultimi anni l'Atromitos, che disputa stabilmente la prima divisione. Nell'Atromitos Atene gioca Gabriele Marchegiani, figlio d'arte, anche lui portiere come papà Luca. Lo abbiamo raggiunto per farci raccontare la sua Atene, la sua esperienza in Grecia, paese che Calciomercato.com ha visitato in occasione della finale di Conference League tra Olympiacos e Fiorentina. 

    Gabriele, ci racconti come nasce l'idea di cambiare Paese e trasferirti dall'Italia alla Grecia? 
    "Prima della Grecia sono stato a Trento, in Serie C, con due buoni campionati. Purtroppo in Serie C se non sei under il mercato dei portieri è molto complicato, quindi quando mi ha chiamato Marco Garofalo, l'allenatore dei portieri che è italiano, prospettandomi l'opportunità dell'Atromitos, ho accettato che il ds contattasse il mio procuratore. Ero un po' saturo del calcio italiano, qui è stata una boccata d'aria. Noi italiani siamo un po' fissati con casa, invece i giocatori stranieri cominciano la carriera già con l'idea di andare all'estero". 

    Che squadra è l'Atromitos? Ce ne parli un po'?
    "Ad Atene l'Atromitos non è una squadra importantissima, sta sotto le tre grandi, e a livello di seguito e storia c'è anche il Panionios, una nobile decaduta (Serie C greca, ndr), che negli anni Duemila ha fatto anche le coppe europee. In generale però, dopo le tre di Atene, dopo Paok e Aris, direi che c'è l'Atromitos. Qui c'è molta professionalità, ho trovato anche un gran valore umano, e anche delle belle strutture. Magari inferiori a quelle di un Bologna in Italia, ma comunque ben curate, parlando di noi. Quelle sopra, ovviamente, sono di un altro livello. Giochiamo nella zona ovest di Atene, non particolarmente ricca ma come tutte le altre caratterizzata da un grande seguito in tutti gli sport. Il Peristeri, che è un po' il nostro corrispettivo nel basket, gioca la Champions League, e attorno a loro come a noi c'è grande seguito ed entusiasmo". 

    Come stai vivendo le tante rivalità che ci sono ad Atene?
    "Le rivalità sono molto accese, da quel che ho capito ci sono state diverse polemiche ad Atene perché i tifosi dell'AEK non volevano lasciare lo stadio a quelli dell'Olympiacos. La realtà è che bisogna stare un po' attenti. Il derby vero e proprio dell'Atromitos è con l'Aigaleo, che adesso milita in seconda divisione. Nelle partite importanti però il clima è molto acceso, per esempio in casa del Panaitholikos nei playout era un catino". 

    A proposito di portieri greci, tu Christos Mandas della Lazio l'hai incrociato in campo?
    "Mandas è scuola Atromitos, è cresciuto qui, ho dei compagni che hanno fatto il settore giovanile con lui e me ne parlano benissimo. Abbiamo giocato contro l'Ofi Creta a inizio stagione e non ricordo se lui è entrato nel secondo tempo, ma lo vedete, è un ragazzo di qualità e sta facendo molto bene". 

    E andando indietro nel tuo passato troviamo anche un Ascoli con te e Gianluca Scamacca in rosa.
    "E' vero, all'Ascoli ho giocato con Scamacca: ho un debole per lui, ragazzo d'oro. Ha caratteristiche di livello top, con l'aiuto di Gasperini è migliorato tantissimo e riempie molto di più l'area rispetto a quando giocavamo insieme. Uno con quel fisico, con quella tecnica, con quella mobilità è da top campionati europei. Penso possa e debba essere una risorsa per la Nazionale. 

    In futuro dove ti vedi? 
    "A me piacerebbe rimanere in Grecia, mi sono trovato bene. La società avrebbe intenzione di tenermi, poi bisogna vedere con il nuovo allenatore. Sono comunque fiducioso per il rinnovo. In alternativa certo, l'Italia mi manca, ma qui ho trovato un bel modo di vivere il calcio, me ne sono un po' innamorato nuovamente".

     

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