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    Il calcio alla rinfusa di Mourinho si squaglia al fuoco di Gudmundsson: Roma, ora c'è aria di crisi

    Il calcio alla rinfusa di Mourinho si squaglia al fuoco di Gudmundsson: Roma, ora c'è aria di crisi

    • Alberto Polverosi
      Alberto Polverosi
    Un disastro la Roma, un disastro il suo allenatore. Ma dopo quanto si è visto a Marassi, dopo quanto hanno fatto Gilardino e la sua squadra, sarebbe ingiusto e soprattutto sbagliato non concedere al Genoa dei meriti straordinari. Per qualità tecnica, per disposizione tattica, per lucidità, per rabbia, per intelligenza, il 4-1 dei rossoblù è strameritato. Grandissima difesa, grande centrocampo e in attacco una coppia, Gudmundsson-Retegui, che ha infiammato Marassi. In classifica, il Genoa ha scavalcato la Roma che adesso ha la seconda peggiore difesa del campionato. A Trigoria c’è aria di crisi.

    IL CAPOLAVORO - Siamo appena alla sesta giornata, ma se diciamo che il gol del 2-1 del Genoa resterà nella storia di questo campionato e negli occhi di chi ha avuto la fortuna di ammirarlo, non esageriamo. Azione da antologia, esecuzione da fantascienza. Vale la pena raccontarlo subito perché è troppo bello. Era il 44'06" quando Gudmundsson, che aveva già scritto il proprio nome nel tabellino dei marcatori, ha cominciato a fare il Dybala (che dall’altra parte non si era mai visto e mai si vedrà in partita): spostato vicino alle panchine ha recuperato palla proprio su Dybala, ha saltato Bove una prima volta, l’ha toccata per Matturro che gliel’ha restituita subito e da lì è partita la magìa di questo islandese dal sangue bollente e dalla tecnica sopraffina. E’ andato via in dribbling e in rapida successione a due romanisti, Kristensen e Paredes, mentre Pellegrini stava per accorciare ha visto Thorsby al limite dell’area, passaggio esatto, assist al volo del norvegese in anticipo su N’Dicka per Retegui che controllando con la coscia sinistra ha mandato fuori tempo Mancini e prima che la palla toccasse l’erba col destro l’ha messa all’incrocio dei pali. E’ venuto giù Marassi.

    BOTTA E RISPOSTA - Più squadra il Genoa della Roma già prima dei cambi sporpositati di Mourinho, più convinto e convincente. Più concentrato. Pressing alto, una bella aggressività, così ha segnato subito, dopo 5 minuti, col suo attaccante-fantasista Albert Gudmundsson, un sinistro micidiale dopo un assist al bacio dell’ex romanista Strootman. La Roma faticava troppo a giocare, aveva un palleggio lento e prevedibile, un avvio stanco dell’azione, la squadra non trovava mai Lukaku e troppo poco Dybala. Il Genoa poteva controllare, ma proprio Strootman ha trascurato l’inserimento a fari spenti di Cristante che di testa ha riportato la Roma sull’1-1 dopo un bel cross di Spinazzola, nel suo unico spunto offensivo.

    TRE GOL E TRE INFORTUNI - Prima del capolavoro genoano del 2-1, la partita aveva perso tre giocatori per infortuni muscolari, due erano uomini di Gilardino. Badelj è uscito dopo 10', è entrato Thorsby (sarà determinante in partita) e al centro, nel ruolo del croato, è andato Frendrup; poi si è fatto male Llorente (24'), dentro Bove con Cristante, che aveva appena segnato l’uno, retrocesso sulla linea di difesa (ora a Mourinho mancano tre difensori, Smalling, Kumbulla e Llorente, un bel problema, come se il portoghese non ne avesse altri e di più gravi); infine stop per Strootman che ha indotto Gilardino a dare spazio al turco Kutlu, schierato come mezz’ala sinistra.

    LO SPINTONE DI MOU - Con una mossa, José ha cambiato la Roma nell’intervallo. Ha lasciato negli spogliatoi Mancini (già ammonito: aveva rischiato il secondo giallo), inserito Belotti e schierato una squadra super-offensiva. Troppo offensiva, come vedremo. Difesa a 4: Kristensen, Cristante, N’Dicka e Spinazzola, due centrocampisti Bove e Paredes, due mezze ali creative Dybala e Pellegrini, due centravanti Lukaku e Belotti. Volendo mettere un numero, era un 4-2-2-2. Non una spinta, ma un vero spintone alla sua squadra. Dall’altra parte è entrato De Winter al posto di Sabelli, pure lui ammonito e toccato duro da Pellegrini.

    ASSEDIO ROMA CON CAOS - Il Genoa si è abbassato molto già nei primi minuti della ripresa, doveva prendere le misure alla nuova Roma. Alla prima e unica combinazione riuscita Dybala-Lukaku, il belga ha segnato ma in posizione di fuorigioco. I giallorossi hanno messo sotto assedio la difesa genoana, piovevano cross dalle fasce in un’area intasatissima. Cercavano la capoccia di Lukaku, ma svettava quasi sempre quella di Vasquez. Ecco il problema del secondo tempo della Roma, non c’era armonia nel suo gioco perché non c’erano spazi, Mourinho li aveva riempiti con tutti i suoi uomini. Il Genoa, pur assediato, non ha mai rischiato davvero di prendere gol.

    CHE BOTTA! - Con due “finestre” già utilizzate, Gilardino non poteva fare subito i cambi che avrebbe voluto. Doveva aspettare ed era un problema non da poco. Davano una mano anche i due attaccanti, Gudmundsson e Retegui, diventati i primi difensori. Qualità e generosità, davvero una coppia da applausi. Al massimo della sua pressione, la Roma era poco lucida, molto imprecisa. Ed è successo che intorno alla mezz’ora la squadra di Gilardino è ripartita per la prima volta e ha conquistato un angolo. Dalla bandierina, pennellata sul secondo palo di quel genio di Gudmundsson, assist di testa di Dragusin e tocco di testa di Thorsby in rete, a mezzo metro dalla linea di porta. E la difesa della Roma? Piantata in terra, sulla linea N’Dicka ha tenuto in gioco Thorsby. Allora Mourinho ha voluto non esagerare, di più, facendo uscire la sua squadra da una logica già precaria con altri tre cambi tutti offensivi: El Shaarawy per Spinazzola, Azmoun per Pellegrini e Aouar per Paredes. Non c’era più un senso nella Roma, era calcio alla rinfusa, come se il numero di attaccanti fosse direttamente proporzionato alla pericolosità in attacco. Ma non funziona così. Un attimo dopo Gilardino ha inserito Messias (al debutto) perché tenesse palla. Ma ha sbagliato pure lui, perché l’ex milanista invece di tenerla fra i piedi l’ha scaraventata in rete per il 4-1 finale. Marassi era in delirio.

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