Il Brescia nei numeri:| Calori già come Scienza
Alessandro Calori con il Brescia finora ha sempre vinto con i campi verdi. Ha fallito l'obiettivo solo quando il campo sembrava la cartolina di un paesaggio natalizio, la sera di martedì 31 gennaio, contro la Juve Stabia, con il 'Rigamonti' ricoperto di neve. E 0-0 fu. Così correndo Calori, in 7 partite, ha eguagliato il bottino che il suo predecessore Beppe Scienza aveva ottenuto in 19 giornate: 19 punti. Anche Scienza, nelle prime 7 partite, aveva fatto faville: 4 vittorie e 3 pareggi, un totale di 15 punti. Un bottino di tutto rispetto, che in classifica collocava il Brescia al terzo posto ex aequo con il Sassuolo e alle spalle della coppia di testa Padova-Torino (17). Viste le premesse dell'estate, un successone. Ma questo non basta a Scienza per tenere il passo del successore, che nelle prime 7 gare della sua gestione ha raccolto 19 punti su 21.
Scienza è rimasto imbattuto nelle prime 8 giornate. Dopo il 2-2 di Gubbio, è iniziata la caduta. Inarrestabile: 3 punti in 11 incontri, 5 sconfitte in casa, 4 delle quali maturate subendo 3 gol con una impressionante regolarità (Pescara, Reggina, Albinoleffe e Bari). Qui sta l'errore fatale di Scienza: non aver cambiato il modulo, non aver pensato a un'organizzazione diversa per una squadra di giovani interessanti. Scienza ha sposato in toto la politica della società, fatta con la linea verde e all'insegna dell'austerità, tanto da non aver fatto aggiunte anche a bassissimo costo in reparti poi rivelatasi fatalmente sguarniti, come l'attacco. Scienza si è intestardito sul 4-3-1-2, già fatale al Brescia nel girone d'andata andata dello scorso campionato di serie A. È il cosiddetto 'modulo del centenario', che faceva sperticare in complimenti gli avversari che, però, si intascavano regolarmente i punti. Ne è rimasto vittima Iachini, non se n'è più liberato Scienza, confusi dalle pacche altrui sulle spalle ('bravi, bravi.... come gioca bene il Brescia') e anestetizzati dai numeri del possesso di palla.
Calori è partito dalla difesa per rimettere il Brescia in linea di volo. Un lavoro rapido ed efficace: 6 vittorie in 7 partite, Arcari imbattuto da 630 minuti. Dal 'modulo del centenario' è passato al 3-5-1-1 di mazzoniana memoria. E, pur senza Baggio e Matuzalem; i Filippini e Toni, sta funzionando alla grande. La formula con meno punte ha portato più punti. I giovani, che Scienza ha avuto il merito di mettere in mostra anche a costo del martirio, sono comunque valorizzati: da El Kaddouri a Martina Rini. A Cittadella il Brescia è uscito tra il più gettonato degli insulti dai perdenti ('ladri') ma ha vinto, dimostrando che il calcio è di una semplicità disarmante: bastano una difesa che non becca gol, un bomber che la butta dentro e un allenatore che non cita i dati del possesso della palla.
(Bresciaoggi)