Ikoné, un colpo 'da Milan' per la Fiorentina
COME GIOCAVA NEI ‘MASTINI’?- Intanto partiamo dal calcio di Galtier, attuale tecnico del Nizza e per la terza volta miglior allenatore di Francia. Il suo Lilla giocava con un 4-4-2/4-2-3-1 chiaramente più riconoscibile durante la fase difensiva che non in fase di possesso, dove tutto era più fluido. In questo sistema, Ikoné faceva tendenzialmente l’esterno di destra, quindi a piede invertito essendo lui mancino. Tuttavia poteva tranquillamente essere utilizzato nei due davanti, sia a partita in corso che dall’inizio. Qui lo vediamo schierato esterno in un avvio di gara contro il Marsiglia.
Ma la caratteristica distintiva del gioco di Galtier, quest’anno ereditata parzialmente da Gourvennec, era lo sviluppo del 4-4-2 in un 4-2-2-2 durante la fase offensiva. Gli esterni che si trasformavano in trequartisti, tra il doble pivote e le due punte, con l’ampiezza coperta generalmente dai terzini. Ecco perché sarebbe riduttivo pensare a Ikoné come a un esterno e punto. Un esterno puro. Ikoné ha fatto vedere di essere molto di più. Un giocatore in grado di svariare su tutto il fronte d’attacco.
NELLA FIORENTINA DI ITALIANO - Ecco da dove nasce al contempo la curiosità di vederlo alla corte di Italiano. La Fiorentina è una squadra abituata a giocare col 4-3-3, non col 4-4-2. Certi corridoi e certi spazi tra le linee vengono condivisi e tante volte occupati e percorsi ‘solo’ dalle mezzali. Pensate a Bonaventura, che gioca proprio dalla parte dove agirà Ikoné.
La presenza stessa delle mezzali tende ad aprire gli esterni offensivi in ampiezza in diverse occasioni della partita. Cercate nelle immagini sopra e sotto le posizioni e i comportamenti tattici di Sottil, Callejon e Gonzalez.
Chiaramente poi anche nella Fiorentina di Italiano esistono gli interscambi, ‘i riempi e svuota’ eccetera eccetera. Però è inevitabile: vedremo un Ikoné meno ‘centralizzato’ di Lilla. Lui stesso dovrà abituarsi a pestare di più la linea del fallo laterale, e questo potrebbe anche limitarlo. A meno che, cosa molto probabile, Italiano non stia già pensando a una ‘formula Saponara’ anche per lui, ovviamente traslata a destra. Al momento, però, la spartizione degli spazi prevalente è questa, con la mezzala destra (Bonaventura) e Saponara tra le linee e la mezzala di sinistra che tende ad aprirsi (qui sotto Castrovilli). O meglio, questa è una delle spaziature possibili. Notate la posizione di Sottil sul lato debole. Ikoné sempre laggiù?
La funzione Saponara, ossia una funzione molto più libera, si adatterebbe molto meglio al francese e consentirebbe a Italiano di avere un esterno offensivo ‘trequartista’ anche sul centrodestra. Un’arma in più, anche in alternativa alla stessa funzione ricoperta dalla mezzala Bonaventura. Insomma un esterno così, da quella parte, è mancato nel girone d’andata. Ikoné è un nuovo generatore di squilibri, un giocatore che permetterà a Italiano di switchare a piacere tra uno sbilanciamento a sinistra e uno sbilanciamento a destra da partita a partita o all’interno della stessa gara. Di più, al pari di Saponara, anche Ikoné potrebbe attraversare l’asse centrale del campo per andare a disegnare calcio sul lato opposto. Ricordate il colpo di tacco dell’ex fantasista spezzino proprio contro lo Spezia?
IL PRIMO CONTROLLO- D’altra parte Ikoné in fascia sa giocarci egregiamente. È dotato di un primo controllo davvero imprevedibile che, abbinato a uno strappo importante in conduzione, lo rende immarcabile quando è in giornata e comunque sempre verticale, sempre minaccioso.
Quando riceve spalle alla porta e pressato, tenta spesso e volentieri di aggirare la pressione con un controllo orientato “in avanti”, a seconda degli spazi utili intorno a lui. Qui non solo entra dentro al campo ma taglia fuori tre uomini con stop di interno e conduzione fulminea.
Se ha spazio tra sé e il fallo laterale, ma anche al centro, per il difensore uscito forte in pressione su di lui sono guai, perché non sa davvero fino all’ultimo dove Ikoné sposterà la palla.
È una dote che hanno in pochi quella di “sentire” lo sbilanciamento del difensore che arriva da dietro e vorrebbe pressarti e tenerti girato di spalle. Guardate qua come Ikoné inganna Lisandro Martinez dell’Ajax.
La stessa visione periferica può essere declinata e sfruttata da Ikoné anche lungo l’asse centrale del campo, dove non ci sono linee del fallo laterale come riferimenti ma soltanto avversari, ‘vuoti’ e compagni.
Vorrei concludere con questo splendido esempio di controllo orientato (col tacco, su pallone spiovente) in controtempo rispetto alla pressione più vicina. Stavolta Ikoné non sceglie lo spazio più comodo e ‘aperto’ (quello alla sua sinistra dove sfogare la corsa), sceglie quello più angusto ma anche più utile per una giocata decisiva. Entra nel castello di quattro giocatori avversari e mette in porta il proprio attaccante con un filtrante di classe.