Ibrahimovic chiude al Milan. E Ancelotti lo chiama per il suo Bayern
Intervistato da Walter Veltroni per GQ Italia, Zlatan Ibrahimovic non ha perso occasione per far parlare di sè. Ancora una volta il suo futuro tiene banco data la certezza dell'addio al Paris Saint Germain ma la grande incertezza che regna sul suo futuro: "Milan? Dico due cose, forse contraddittorie. La prima è che non si sa mai. La seconda è che non si torna mai dove si è fatta la storia. Considero l'Italia la mia seconda casa e il calcio italiano il più bello del mondo: c'è una passione infinita, calda, totale. Qualcosa che assomiglia al mio modo di intendere lo sport. E forse anche la vita".
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LITIGATO SOLO CON GUARDIOLA - "Sono amico di tutti, mi sono lasciato male solo con Guardiola. Smetterò solo quando non mi divertirò più: adesso ho ancora voglia di imparare. Ciò che faccio non è per il denaro. Ho tutto, voglio vedere se sono ancora capace di vincere. Io non accetto di perdere, non lo accetto proprio. L'ho imparato dalla vita. Per me contano la grinta e l'aggressività, la determinazione e la concentrazione sui propri obiettivi. Io ho la missione di vincere".
IL PUGNO A ZEBINA - Una volta ebbi un litigio, anche fisico, con Zebina, un mio compagno di squadra. Io lo colpii. Mi aspettavo un urlo di rimprovero. Invece Capello se ne rimase in silenzio e poi disse che quel gesto aveva fatto bene alla squadra. Lui voleva sempre il massimo di tensione e di adrenalina: perfetto per me.
FILOSOFIA PEACE AND LOVE - "In Italia mi venivano gridate le solite cose orrende che vengono rivolte a chi viene considerato altro da sé. Terrorismo? Non ero a Parigi la sera del Bataclan, ma penso che chi fa quelle cose ha il vuoto nella testa. Il mio modello è Peace and Love, sempre".
SPUNTA IL BAYERN - Il suo passaggio al Manchester United sembra cosa certa, ma attenzione al Bayern Monaco. Come scrive la Bild, c'è stato un contatto segreto tra Ancelotti, suo tecnico al PSG, e lo svedese: il tecnico italiano vuole Ibra al Bayern.
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