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    Ibra, l'Highlander della Serie A può giocare altri due anni: è il re dei 'vecchietti' in Europa

    Ibra, l'Highlander della Serie A può giocare altri due anni: è il re dei 'vecchietti' in Europa

    • Furio Zara
      Furio Zara
    L'età pensionabile si è spostata in avanti, la qualità media della Serie A si è abbassata e quindi se sei un professionista serio, il destino amico non ti ha riservato infortuni gravi e dentro di te (soprattutto) arde ancora il fuoco dell’ambizione, ecco che ti ritrovi come Zlatan Ibrahimovic, mattatore assoluto di San Siro con una carta d’identità che tra una decina di giorni (3 ottobre) lo vedrà compiere 39 anni. Giù il cappello davanti all’Highlander della Serie A, ancora capace di «surfare» l’onda ed ergersi una spanna sopra tutti. Fosse stato più giovane - come ha precisato lui stesso - al Bologna ieri sera ne avrebbe fatti quattro, di gol. Due possono bastare per confermare che l’età è un dettaglio, quando c’è tutto il resto.

    Escludendo da questa classifica i portieri (Il 42enne Buffon è ancora in attività, Ballotta giocò la sua ultima partita con la Lazio a 44 anni e 38 giorni) e considerando solo i giocatori di movimento, il primato di calciatore più vecchio ad aver giocato in Serie A spetta a Billy Costacurta, che con i suoi 41 anni e 25 giorni stacca di un paio di settimane Pietro Vierchowod (41 anni e 10 giorni) e di quasi due mesi Paolo Maldini, attivo fino a 40 anni e 339 giorni. Ibra è lontano da questo primato, ma è al momento il calciatore più «over» della Serie A (distanzia di pochi mesi Bruno Alves e Palacio) e va a inserirsi nel solco dei grandissimi che ogni anno hanno spostato in là il paletto del ritiro.

    Non arriverà mai a giocare fino a 52 anni come il giapponese ex Genoa (campionato 1994-95) Kazu Miura, non eguaglierà nemmeno il celebre baronetto inglese Stanley Matthews che vinse il Pallone d’Oro nel 1956 (aveva già 41 anni) e giocò la sua partita ufficiale dopo aver arpionato i cinquant’anni (nel 1965), ma Ibrahimovic ha tutto (forza mentale e fisica) per scavallare in scioltezza i quaranta, appaiandosi a mitici campioni di altri sport: il suo quasi coetaneo Roger Federer (8 agosto 1981) si è già guadagnato l’eternità, Dino Meneghin  a 44 anni fece in tempo a giocare contro suo figlio, Manuel Fangio si laureò  campione del mondo di F1 a 46 e 41 giorni, George Foreman salì sul ring a 48 anni: aveva le ginocchia che urlavano dal dolore ed era sordo da un orecchio, ma il sacro fuoco bruciava ancora.

    In Premier il giocatore più anziano sceso in campo nella prima giornata è il centrale del Leicester, Wes Morgan (36 anni), nella Liga spagnola continua a furoreggiare sulla fascia il 39enne ex Fiorentina Joaquin (in forza al Betis), in Bundesliga nessuno tocchi Makoto Hasebe, 36 anni, mediano giapponese dell’Eintracht che ogni anno assicura di volersi ritirare e ogni anno rinnova, forte anche della popolarità che in patria ha fatto vendere alla sua autobiografia più di 2 milioni di copie. Ma il record nei top 5 campionati d’Euopa spetta al brasiliano Vitorino Hilton, bandiera e capitano del Montpellier, club in cui milita ormai dal 2011. Dieci giorni fa nella partita vinta contro il Lione Hilton è sceso in campo due giorni dopo aver compiuto 43 anni. Unica macchia, si è fatto espellere per doppio giallo. Così avrà un turno per tirare il fiato e ripresentarsi al centro della difesa. Intanto però va a caccia del record francese di tutti i tempi, che appartiene a Roger Courtois, che nel 1956 è sceso in campo con la maglia del Troyes all’età di 44 anni.
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