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  • Francesco Pecoraro
    Iachini: "Vialli e Mancini mi parlavano della Sampdoria. Mi sarebbe piaciuto tornare, sono stato vicino..."

    Iachini: "Vialli e Mancini mi parlavano della Sampdoria. Mi sarebbe piaciuto tornare, sono stato vicino..."

    L'augurio che tanti tifosi della Sampdoria si fanno è quello di vivere un'altra stagione come quella della promozione in Serie A con Beppe Iachini. Un'annata indimenticabile, culminata con il ritorno nella massima serie: "Sette mesi a Genova intensi come pochi, valgono come dieci anni normali, e con una gioia incredibile. Tanti tifosi che incontro hanno vissuto quella promozione quasi come un altro Scudetto" ha detto Iachini, allenatore di quella Samp, a La Repubblica. "A Varese? Mi ricordo che siamo entrati tutti in campo, giocatori, dirigenti, staff tecnico e dopo la grande festa in città".

    "L’inizio non fu facile, quando si cambia ci sono sempre delle difficoltà" ricorda il mister. "Il clima era pesante, la retrocessione aveva lasciato tanta amarezza, alcuni giocatori sentivano questa pressione, scendevano in campo e non rischiavano. Come dicevo sempre, la maglia della Sampdoria pesa. Giovani? Si è cercato il vestito migliore a livello tattico e di organizzazione e puntai sui giovani, penso ad Obiang, ad esempio, che avevano la testa più libera." Qualcuno vedeva quella promozione come una chimera: "Ero rimasto l’unico a crederci. Anche il presidente Garrone si era rassegnato a un campionato di transizione, ma volevo vincere. Hanno seguito le mie indicazioni nel mercato invernale, abbiamo puntato sul 4-3-1-2 e la rimonta ci portò a centrare i play-off con due giornate di anticipo e questo ci aiutò a prepararci meglio fisicamente e mentalmente, perché la rimonta aveva prosciugato tante energie. Pozzi? Lo allenavamo sempre con grande attenzione, lo trattavamo come un vaso di cristallo, per farlo stare al massimo, ma senza esagerare, e ha fatto tanti gol".

    E oggi la Samp? "Sottil è arrivato molto prima, è un vantaggio perché serve tempo in questi casi, non si può pensare di mettere tutto a posto immediatamente, ma il campionato è ancora lungo e hanno preso ottimi giocatori da Serie B, in qualche caso anche di categoria superiore. Può lottare sicuramente, c’è la possibilità anche di riagganciare le prime due piazze. Sottil ha fatto tanta gavetta, un percorso importante. Ora ha una grande occasione. È certamente in grado di dare una propria impronta. Se conosco alcuni elementi della rosa? Certamente, ho fatto esordire, da giovanissimo, La Gumina a Palermo e ho guidato Venuti e Tutino alla Fiorentina e al Parma".

    Momento di confronti tra presente e passato. Innanzitutto come ripetere l'impresa della Samp? "Nella nostra rimonta fu fondamentale scendere sempre in campo per vincere. La mentalità non cambiò anche nei play-off e questo fu l’approccio giusto". E il parallelo tra Coda e Schwoch? "Due prime punte molto forti, i numeri parlano chiaro, ma anche con caratteristiche molto diverse. Stefan era un attaccante di profondità e velocità, Coda è bravissimo negli ultimi venticinque metri e implacabile in area di rigore. Difficile fare un confronto."

    Genova e la Samp sono sempre state nel destino di Iachini: "A Genova ho ricevuto tanto amore, anche quando sono tornato come avversario, sono momenti che ti porti dentro. Seguo ancora la Sampdoria con un occhio particolare. Mi sarebbe piaciuto sedermi nuovamente sulla panchina blucerchiata, sono andato vicino diverse volte, ma, per qualche motivo, la possibilità è sempre sfumata. Stavo per arrivare anche da calciatore. Mi voleva Boskov, che mi aveva lanciato ad Ascoli, Vialli e Mancini mi parlavano sempre di Genova, quando eravamo insieme in Nazionale. La mia simpatia per il blucerchiato ha origini molto lontane".

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