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I tifosi del Milan hanno il diritto di fischiare Donnarumma: la passione non si indirizza a comando
Allo stesso modo, rivendichiamo il diritto dei tifosi del Milan di fischiarlo. Una manifestazione di dissenso assolutamente civile, tanto che popola anche i teatri: se è un evento che si verifica alla Scala, e di cui nessuno si vergogna (anzi è un giudizio di cui si tiene conto, indica lo scarso gradimento, la stroncatura del pubblico), perché indignarsi se lo stesso succede a San Siro, la Scala del calcio? Solo perché chi fischia allo stadio non è in giacca e cravatta?
Dicono: Donnarumma giocava per la Nazionale. Vero, ma questo non deve automaticamente farlo diventare gradito ai tifosi del Milan. Come lui ha il diritto di firmare per il Psg, i sostenitori rossoneri hanno quello di ritenerlo un ingrato, un traditore, un irriconoscente. I tifosi vivono di sentimenti, è la passione a far girare il motore del calcio, e i sentimenti non sono razionali, non sempre almeno. Di sicuro non vanno, né possono andare, a comando: giochi in Nazionale, allora ti vogliamo bene; giochi nel Psg, non te ne vogliamo più.
Chi ragiona così, chi pensa che quei fischi siano stati addirittura vergognosi, non ha coscienza o rispetto del sentimento dei tifosi. Se poi c’è chi, anche tra i milanisti, durante Italia-Spagna ha applaudito Donnarumma perché si sentiva di farlo, ne aveva a sua volta il diritto: non per questo potrà essere considerato un tifoso meno vero, appassionato e fedele ai colori rossoneri. Semplicemente, il cuore lo ha portato ad avere un atteggiamento opposto.
Le manifestazioni che nel calcio sono da evitare, e che condanneremo sempre, sono altre: gli insulti, ovviamente, e tanto più le violenze. I fischi, quelli no: alla Scala come alla Scala del calcio, chiunque deve essere libero di esprimere i propri sentimenti.