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    I ricatti di Putin e gli azzardi di Zelensky spingono l’umanità sull’orlo del baratro

    I ricatti di Putin e gli azzardi di Zelensky spingono l’umanità sull’orlo del baratro

    • Marco Bernardini
      Marco Bernardini
    “Ci sarà la guerra mondiale”. Così, brutalmente tout court e senza manco il beneficio di un verbo al condizionale. Non è un estratto tra una delle quartine di Nostradamus. Si tratta della frase, raggelante, pronunciata dal presidente ucraino Zelensky poche ore fa nel corso di uno dei suoi quotidiani interventi in diretta televisiva. L’invasione russa ormai non è più soltanto una guerra combattuta con le armi, ma un conflitto a colpi di propaganda verbale. Ed è inutile ricordare come, talvolta, le parole provochino più danni che non la spada.

    Sull’altro fronte lo zar Vladimir Putin sembra ignorare tutto ciò che arriva dal palazzo presidenziale di Kiev e preferisce concentrare la sua attenzione sulle mosse dell’Occidente e, in particolare, su quelle dell’ Europa stilando ufficialmente l’elenco dei Paesi ostili, tra i quali anche l’Italia, e minacciandoli con l’arma del ricatto energetico o agro alimentare. Intanto dai cieli delle maggiori città ucraine piovono bombe. I corridoi umanitari in realtà si stanno trasformando in tunnel della morte. I colloqui per tentare di trovare una soluzione tra le parti si risolvono in inutili sceneggiate. A chiudere questo spettrale concerto si sente la voce del presidente francese Macron dire che il peggio deve ancora venire.

    Commentare con un minimo di serenità ciò che sta accadendo e soprattutto azzardare su come e su quando andrà a concludersi questa drammatica vicenda, della quale l’umanità uscita con le ossa rotte e con la mente traumatizzata dal Covid, non aveva bisogno diventa ogni giorno più complicato. In compenso a crescere nella gente è una paura che potrebbe anche trasformarsi in terrore semmai i proclami di Putin e le previsioni apocalittiche di Zelensky dovessero trasformarsi da parole deliranti a fatti concreti. Coloro che avrebbero la possibilità di mediare, a livello teorico, ce la stanno mettendo tutta. Naturalmente ciascuno di questi attori internazionali si muove operando il proprio distinguo a seconda dei suoi interessi socio economici. E probabilmente anche in virtù di questa linea non esattamente omogenea il dittatore russo e il suo omologo ucraino trovano gli spazi per dire e per agire. Il mondo osserva con il fiato sospeso.

    L’Europa comincia ad agitarsi. Crescono le vendite di stufe a legna e a carbone. Diminuiscono gli investimenti immobiliari. Il valore dell’oro segnala sul mercato impennate mai viste. I titoli bancari crollano in Borsa. La Svizzera e l’Olanda stanno pensando di mettere in commercio nelle farmacie le pillole allo iodio contro gli effetti della sindrome nucleare. Dio non voglia che dalla mascherine sanitarie si debba passare a quelle antigas. Di certo siamo sull’orlo del baratro e qualcuno spinge per farci cadere nel vuoto.

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