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    I picchiatori del Canelas: altri colpi dopo la ginocchiata in faccia all'arbitro?

    I picchiatori del Canelas: altri colpi dopo la ginocchiata in faccia all'arbitro?

    • Pippo Russo
    Dopo le botte, gli avvertimenti. Marco Gonçalves, il calciatore del Canelas 2010 che domenica scorsa ha messo fuori causa con una ginocchiata in faccia l’arbitro José Rodrigues, al secondo minuto di gioco della gara contro il Rio Tinto, non ci sta a pagare per tutti. E con un messaggio postato ieri via Facebook ha rilanciato lasciando intendere che per lui non finisce qui. Non ha gradito il provvedimento preso nell’immediato dal presidente Buno Canastro, che ha annunciato la sua cacciata per sempre dai ranghi della squadra. Non vuol essere il capro espiatorio d’una squadra che fa dell’intimidazione il principale strumento di gioco.

    Per questo, via social network, ha definito ipocriti e vigliacchi i dirigenti che lo hanno sospeso. Facendo passare l’idea che se fin qui lui e i suoi compagni hanno potuto picchiare impunemente in campo, è stato anche perché i dirigenti hanno lasciato fare (LEGGI QUI).

    Sembrerà paradossale, ma Gonçalves una parte di ragione ce l’ha. Ha compiuto un gesto infame, per il quale dovrebbe essere radiato. E certamente l’episodio accaduto e le sue eventuali conseguenze penali non cambieranno la sua propensione a usare le maniere spicce. Ma resta il fatto che lui e tutti gli altri “calciatori” del Canelas 2010 siano andati avanti per mesi godendo di una libertà di picchiare che è presto diventata impunità. Ovvio che prima o poi qualcuno dovesse andare oltre, arrivando a picchiare l’arbitro perché aveva osato espellerlo. Si può mica espellere un impunibile?

    Quel gesto avrebbe potuto compierlo chiunque, fra i calciatori del Canelas. Per questo adesso Gonçalves non accetta d’essere lui a fungere da capro espiatorio. E forse non accetta nemmeno che il club scarichi lui e al tempo stesso si mobiliti in difesa di Fernando Madureria (LEGGI QUI), “O Macaco”, capitano della squadra e leader del temuto gruppo ultras portista Super Dragões (LEGGI QUI). E a questo punto bisognerà vedere come evolveranno i rapporti fra i due.

    Per adesso è un doveroso esercizio ripescare uno dei tanti articoli dedicati al Canelas e apparsi sulla stampa internazionale. Risale a due mesi fa, e fra gli altri dà voce proprio a Marco Gonçalves. Che al giornalista dell’APF indica il tunnel attraverso cui si accede al campo dello stadio di casa e dice scherzando: “Questo per i nostri avversari è il corridoio della morte” (LEGGI QUI). Con la massima naturalezza, consapevole che nessuno gli farà una reprimenda. Lui è colpevole. Chi l’ha lasciato fare, di più.

    @pippoevai
     

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