CONSIGLI (Sassuolo) 4: nessuna parata, forse è per questo che alla fine si addormenta e regala un pallone assurdo a Gaich. Inoltre poco prima aveva spinto in porta (sul suo palo) l’incornata di Ceccherini. Seratona…

CUADRADO (Juventus) 5: azzarda la lettura sul tacco di Luis Alberto, ma di fatto arriva in ritardo e lascia libero Zaccagni nell’azione del raddoppio. Più tardi, già ammonito, meriterebbe il rosso per un fallo su quest’ultimo, rischiando pure di causare rigore.

BRONN (Salernitana) 5: dormita pachidermica sul taglio di Gosens e altre malefatte. Cambiato dopo un tempo.

ALEX SANDRO (Juventus) 5: il volo dell’anno. Arbitro e Var non ci cascano.

GALLO (Lecce) 5,5: sorprende Falcone con un’idea di retropassaggio piuttosto ambiziosa. Eufemismo.

BENNACER (Milan) 5: senza Lobotka da marcare è un altro Ismaël. Ombra senza corpo.

LOCATELLI  (Juventus) 5: dopo una sanguinosa palla persa, è il primo bianconero a rischiare il rosso. Col pressing della Lazio va in apnea, tanti passi indietro rispetto alle ultime uscite.

ORIGI (Milan) 4: i fischi al cambio mentono mai. Solo un liscio di tacco. La delusione è troppa.

LAUTARO (Inter) 4,5: addirittura un mezzo voto in meno di Lukaku, perché almeno Lukaku ha fatto l’assist per Gosens. Lanciato in porta tutto solo davanti a Ochoa, l’argentino tenta un pallonetto irritante, che mostra davvero poca consapevolezza della situazione che sta attraversando l’Inter in campionato.

LUKAKU (Inter) 5: dalla storia al mito, i gol mangiati da Romelu sono sempre più tragici. 

REBIC (Milan) 5: un mistero, non fa più gol. Centra Perisan con il tiro più ignorante del mese, poi sbaglia ancora di testa e a due passi dalla porta. Mah…

STANKOVIC (Sampdoria) 4,5: riporto direttamente le parole del collega Montaldo, inviato al Ferraris: “metteteci tutto. La sfortuna, gli errori arbitrali, la scarsa qualità. Eppure, ancora una volta, la Sampdoria si suicida. I blucerchiati vanno in vantaggio due volte, ma non riescono a tenere mai il pallino del gioco. Le responsabilità sono anche sue, perché quella di oggi poteva essere la partita del rilancio e invece si trasforma nella pietra tombale sul campionato”.