AFP/Getty Images
Della Valle si riprende la Fiorentina? Dal nuovo stadio alla permanenza di Chiesa, ecco la strategia per il futuro
Vogliono rilanciare. I Della Valle vogliono rilanciare. Prima la visita di Diego e Andrea nel ritiro, la sera prima della gara a Bologna, poi il saluto del fratello minore al Centro Sportivo la mattina del giorno della sfida contro la Juventus. E da quel momento, si è iniziato a vociferare su un possibile ritorno a tempo pieno. Almeno di Andrea, perché Diego da anni si è disinteressato da un ruolo fisico, autorelegandosi a invisibile ‘deus ex machina’.
L’ANTEFATTO – Rinfreschiamoci la memoria. Dopo le continue diatribe con la piazza – in particolare, la parte più calda di essa – e i parametri economico-finanziari da dover risanare, la situazione è esplosa – e con essa, Andrea – dopo la gara contro il Sassuolo dello scorso aprile. Poi, il 26 giugno, il comunicato con la messa in vendita della società, pubblicato più per ripicca che per vera volontà. Da quel momento, la distanza – presenza solo telefonica – dei proprietari e il fomentarsi dell’inimicizia.
I TRE PUNTI – Il rilancio degli imprenditori marchigiani fonderebbe su tre punti. Lo stadio, le strutture per il futuro e la squadra, in particolare con la permanenza di Chiesa. Partiamo dall’inizio. La nuova casa della Fiorentina, con annesse strutture, è fin dall’inizio il sogno dei Della Valle: adesso potremmo esserci, manca però uno snodo fondamentale, lo spostamento dei mercati presenti sul suolo necessario per l’impianto. Poi, il centro sportivo delle giovanili, con miglioramento dei servizi della società viola, dando un moderno e contemporaneo impulso alle dinamiche interne. Infine, una rosa competitiva, che possa tornare a sognare.
COSA SERVIREBBE – Analizzare bene la fine del precedente paragrafo. Tanti buoni propositi, ma la bilancia passa dai risultati. Lo stadio e le strutture sono importantissime, sia chiaro, ma per riprendersi Firenze occorre prima tornare a stupire sul terreno di gioco, evitando anche gaffe al di fuori di questo. Uscendo, intanto, da un ridimensionamento che ha già intrapreso la via della depressione. E, se veramente la proprietà volesse tornare, dovrebbe farlo adesso, per preparare al meglio la prossima stagione. Anche considerato il fatto che, se Pioli ha attirato dei dubbi ma è saldo sulla panchina, per Corvino il discorso è nettamente diverso.
PRIMA IL CAMPO – Domanda importante. Perché a Firenze, il clima, è teso. La rottura è evidente e apparentemente insanabile. Ma, per una frangia di tifosi, ormai calcificata. Nel mezzo, la parte mobile del tifo, quella che con un rilancio costruito con cognizione di causa e sincerità tornerebbe a sostenere con entusiasmo la causa, non tanto la famiglia Della Valle. Magari nel nuovo stadio, quello che sarebbe l’impulso innovatore nel panorama fiorentino. Prima, però, è necessario tornare a fare le cose per bene, in campo.
L’ANTEFATTO – Rinfreschiamoci la memoria. Dopo le continue diatribe con la piazza – in particolare, la parte più calda di essa – e i parametri economico-finanziari da dover risanare, la situazione è esplosa – e con essa, Andrea – dopo la gara contro il Sassuolo dello scorso aprile. Poi, il 26 giugno, il comunicato con la messa in vendita della società, pubblicato più per ripicca che per vera volontà. Da quel momento, la distanza – presenza solo telefonica – dei proprietari e il fomentarsi dell’inimicizia.
I TRE PUNTI – Il rilancio degli imprenditori marchigiani fonderebbe su tre punti. Lo stadio, le strutture per il futuro e la squadra, in particolare con la permanenza di Chiesa. Partiamo dall’inizio. La nuova casa della Fiorentina, con annesse strutture, è fin dall’inizio il sogno dei Della Valle: adesso potremmo esserci, manca però uno snodo fondamentale, lo spostamento dei mercati presenti sul suolo necessario per l’impianto. Poi, il centro sportivo delle giovanili, con miglioramento dei servizi della società viola, dando un moderno e contemporaneo impulso alle dinamiche interne. Infine, una rosa competitiva, che possa tornare a sognare.
COSA SERVIREBBE – Analizzare bene la fine del precedente paragrafo. Tanti buoni propositi, ma la bilancia passa dai risultati. Lo stadio e le strutture sono importantissime, sia chiaro, ma per riprendersi Firenze occorre prima tornare a stupire sul terreno di gioco, evitando anche gaffe al di fuori di questo. Uscendo, intanto, da un ridimensionamento che ha già intrapreso la via della depressione. E, se veramente la proprietà volesse tornare, dovrebbe farlo adesso, per preparare al meglio la prossima stagione. Anche considerato il fatto che, se Pioli ha attirato dei dubbi ma è saldo sulla panchina, per Corvino il discorso è nettamente diverso.
PRIMA IL CAMPO – Domanda importante. Perché a Firenze, il clima, è teso. La rottura è evidente e apparentemente insanabile. Ma, per una frangia di tifosi, ormai calcificata. Nel mezzo, la parte mobile del tifo, quella che con un rilancio costruito con cognizione di causa e sincerità tornerebbe a sostenere con entusiasmo la causa, non tanto la famiglia Della Valle. Magari nel nuovo stadio, quello che sarebbe l’impulso innovatore nel panorama fiorentino. Prima, però, è necessario tornare a fare le cose per bene, in campo.