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Simeone non segna più: è un flop? E intanto la Fiorentina pensa...
L'anticipo su Santon e nulla più. Si è esaurita con un guizzo nel finale, che ha battuto Handanovic, la vena realizzativa di Giovanni Simeone. Era il 5 gennaio, da quel giorno il ‘Cholito’ non è più riuscito a segnare. Fin dal giorno del suo arrivo a Firenze, le sue prestazioni sono state oggetto delle disamine più disparate. Adesso, però, sta attraversando una vera e propria crisi. Come quando, in autunno, non riusciva più a trovare il gol. Sette centri, fino a questo momento, un dato fino a poco tempo fa in linea con le sue prestazioni a Genova. Ma ora si avvicina lo spettro della panchina.
LE ACCUSE – “Corre troppo, segna poco, non è lucido perché stanco”, questa la frase tipo quando sulle rive dell’Arno si tratta l’argomento Simeone. È il quarto giocatore della Fiorentina per chilometri percorsi, il primo sotto la soglia degli undici medi a gara; stessa posizione per minutaggio, sebbene l’argentino non abbia saltato neanche una partita in campionato. Si muove lungo il fronte d’attacco, talvolta rimanendo troppo isolato, anche a causa della scarsa qualità che lo circonda.
MOTO PERPETUO – Spesso finisce per perdersi. Chiuso nella morsa dei centrali avversari, è costretto ad abbassarsi per partecipare alla manovra, lasciando dunque un vuoto in area di rigore al termine dei contropiede. Inizialmente, sovente era colto in fuorigioco, specialmente nelle azioni in cui si cercava prepotentemente la profondità. Il dato tecnico, poi, è allarmante: l’argentino pecca nei fondamentali. Tra Chiellini e Benatia, tra Miranda e Ranocchia, tra Bonucci e Romagnoli, sempre bene: i suoi movimenti, contro morse ostiche, sembrano ovviare alle lacune. Il problema arriva nelle altre partite, quando gli spazi sono ridotti a causa di un baricentro viola più alto.
ASTINENZA – Sbaglia spesso le basi, dal controllo allo stesso tiro. E se i gigliati sono primi in classifica per tiri fuori, la colpa è anche sua. È il capocannoniere della rosa di Pioli, una marcatura in più di Thereau – che due ne ha siglate con la maglia dell’Udinese – e ha quattro assist all’attivo. Inoltre, quattro gol su sette sono arrivati tramite colpo di testa, sebbene l’altezza non sia delle più imponenti. Oltre un mese di astinenza e una sfrenata ricerca della rete che lo sta logorando.
VA IN PANCHINA? – Pioli ci starebbe pensando. Fuori, per il momento, ad esempio nella prossima gara contro il Chievo, e dentro Falcinelli. Un po’ di riposo, soprattutto mentale. Babacar è partito, l’infinito dualismo di questa stagione – con Simeone sempre in vantaggio, anche al netto del costo del suo cartellino – sembrava potersi placare. Invece, la sua apatia in fase realizzativa ha riaperto gli interrogativi. E proprio l’ex Sassuolo potrebbe essere la carta da giocare. Ma la domanda è: chi è veramente il ‘Cholito’?
LE ACCUSE – “Corre troppo, segna poco, non è lucido perché stanco”, questa la frase tipo quando sulle rive dell’Arno si tratta l’argomento Simeone. È il quarto giocatore della Fiorentina per chilometri percorsi, il primo sotto la soglia degli undici medi a gara; stessa posizione per minutaggio, sebbene l’argentino non abbia saltato neanche una partita in campionato. Si muove lungo il fronte d’attacco, talvolta rimanendo troppo isolato, anche a causa della scarsa qualità che lo circonda.
MOTO PERPETUO – Spesso finisce per perdersi. Chiuso nella morsa dei centrali avversari, è costretto ad abbassarsi per partecipare alla manovra, lasciando dunque un vuoto in area di rigore al termine dei contropiede. Inizialmente, sovente era colto in fuorigioco, specialmente nelle azioni in cui si cercava prepotentemente la profondità. Il dato tecnico, poi, è allarmante: l’argentino pecca nei fondamentali. Tra Chiellini e Benatia, tra Miranda e Ranocchia, tra Bonucci e Romagnoli, sempre bene: i suoi movimenti, contro morse ostiche, sembrano ovviare alle lacune. Il problema arriva nelle altre partite, quando gli spazi sono ridotti a causa di un baricentro viola più alto.
ASTINENZA – Sbaglia spesso le basi, dal controllo allo stesso tiro. E se i gigliati sono primi in classifica per tiri fuori, la colpa è anche sua. È il capocannoniere della rosa di Pioli, una marcatura in più di Thereau – che due ne ha siglate con la maglia dell’Udinese – e ha quattro assist all’attivo. Inoltre, quattro gol su sette sono arrivati tramite colpo di testa, sebbene l’altezza non sia delle più imponenti. Oltre un mese di astinenza e una sfrenata ricerca della rete che lo sta logorando.
VA IN PANCHINA? – Pioli ci starebbe pensando. Fuori, per il momento, ad esempio nella prossima gara contro il Chievo, e dentro Falcinelli. Un po’ di riposo, soprattutto mentale. Babacar è partito, l’infinito dualismo di questa stagione – con Simeone sempre in vantaggio, anche al netto del costo del suo cartellino – sembrava potersi placare. Invece, la sua apatia in fase realizzativa ha riaperto gli interrogativi. E proprio l’ex Sassuolo potrebbe essere la carta da giocare. Ma la domanda è: chi è veramente il ‘Cholito’?