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    L'esuberante Hope Solo: forte come Buffon ma con quel padre...

    L'esuberante Hope Solo: forte come Buffon ma con quel padre...

    • Fernando Pernambuco
    Impulsiva, d’accordo, ma donna di forti sentimenti. Forse troppo forti. Hope Solo, più di 200 partite a difendere la porta della Nazionale femminile di calcio U.S.A., star di sponsor come Seiko, Gatorade, Nike, è stata sospesa per 6 mesi dalla Federcalcio statunitense. La ragione? Un suo tweet in cui, dopo l’eliminazione alle ultime Olimpiadi da parte della Svezia, ha scritto: “Abbiamo perso contro un branco di codarde!”.

    Non ricordiamo a memoria d’uomo, epiteti simili. Di solito, “la colpa è dell’arbitro”, “e’ "tutta roba geopolitica”, “quella squadra non ha bisogno di aiuti”, “praticamente possiamo giocare solo per il secondo posto”, “non contiamo nulla nelle stanze che contano”… Denigrare gli avversari/e non fa parte del gioco infinito delle scuse e degli autoassolvimenti.

    Ma Hope è un carattere forte, come dicevamo. Paladina dei diritti delle calciatrici, ha lottato e lotta per un adeguamento dei loro stipendi, inferiori del 50% circa rispetto a quello dei calciatori maschili, la cui nazionale è molto più debole di quella femminile. Incline ai piaceri della tavola e del vino, quando può non si fa mancare un piatto di maccheroni e una bottiglia di Chianti. Una volta esagerò, ma ebbe l’accortezza di far guidare al marito il furgone “preso in prestito” dalla Nazionale: peccato che lui fosse ubriaco. Ogni tanto le capitava di fare a botte col nipotino di 17 anni, che una volta le rispose prendendola a legnate con un manico di scopa e la denunciò per violenza domestica.

    Hope non ha mai nascosto la sua esuberanza, che spesso l’ha condotta ad eccessi “esemplari”, ricordando che è comunque “figlia di suo padre, la persona che più ha amato in assoluto”. L’italoamericano Jeffrey Solo è stato un personaggio che sarebbe piaciuto a Bukowski e John Fante. Ex imbroglione del Bronx, reduce dal Vietnam, Jeffrey viveva d’espedienti. Sua stella fissa: la passione per il calcio, quello italiano in particolare. Ogni tanto andava a dormire in tenda nei boschi di Seattle o ai bordi delle strade, nel retro di qualche distributore di benzina. Cessò di amare la moglie, ma non la figlia a cui cominciò a tirare in porta quando lei aveva 5 anni. Sparì per anni. Ricomparve all’ improvviso, per la  finale di un campionato universitario. Andava a trovare la figlia sempre più spesso. Ma prima di sedersi in tribuna, la portava a mangiare i maccheroni. Una dieta miracolosa, visto che Hope diventò una delle più forti “portiere” di sempre. Jeffry, che nella sua vita randagia, fu anche accusato di omicidio, morì di crepacuore alla vigilia della Coppa del Mondo. Hope difese sempre la sua innocenza ed ebbe ragione perché il colpevole confessò anni dopo. 

    Dopo la morte del padre, per più di un anno, prima di ogni partita, Hope spargeva un po’ delle sue ceneri dietro la propria porta e parava tutto. Usciva, scattava, volava. Chi lo sapeva che c’era un trucco? Che a parare erano in due?

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