Calciomercato.com

  • Getty Images
    Hellasmania: la sfortuna non c'entra. Se non la butti dentro è colpa tua e basta.

    Hellasmania: la sfortuna non c'entra. Se non la butti dentro è colpa tua e basta.

    Oggi saremo un poco più duri, anzi, inflessibili. Oggi daremo un giudizio più "fuori le righe" rispetto a quanto si potrebbe dire in questi casi. Oggi perdonateci, ma a volte certe cose, bisogna dirle, anzi, ammetterle. C'è tanto, tantissimo rammarico dopo una partita come quella giocata a Firenze. Un rammarico che è maturato non per 10' di gioco, e nemmeno 30, giocati "benino" rispetto alle solite uscite, ma per tutto l'arco del 90'. Ieri infatti si è finalmente visto un Verona combattivo, sempre sul pezzo, che non ha mollato nemmeno un pallone e che ha dimostrato un'intensità di gioco veramente alta. Gli ingredienti per portarla a casa c'erano tutti. Eppure, alla fine, i tre punti sono andati agli avversari. E qui non si può essere indulgenti, non c'è "sfortuna" che tenga, perché quando tu confezioni almeno cinque o sei palle gol nitide e sbagli un rigore nei primi minuti, non è colpa di nessuna "dea bendata", ma solo ed esclusivamente tua.

    Dispiace andare contro l'opinione comune che ha visto un Verona davvero sfortunato, quasi ad intendere "va beh, il nostro lo abbiamo fatto". No, non può e non deve bastare una scrollatina di spalle che ha pretese, abbastanza velleitarie, di giustificare ciò che è accaduto. La fortuna questa volta non ci ha arriso, ma noi ci abbiamo provato. Siamo a posto così. Direi che chiudere la questione fiorentina in questo modo, non solo è troppo semplice, ma anche controproducente. Bisogna ammettere che aver perso ieri in campo viola è per colpa nostra e solamente nostra. Certamente aver trovato davanti un Terracciano nelle veci di Superman non ha aiutato assolutamente la situazione, ma dopo un rigore sbagliato e almeno, come anticipato, quattro azioni da gol nitide davanti alla porta sbagliate, non si può appellarsi a null'altro se non all'incapacità di concretizzare ciò che si è creato. 

    Il mancato cinismo sotto porta in serie A si paga sempre, questa è una regola scritta nel firmamento del calcio a cui l'Hellas non è assolutamente esentata. Ieri abbiamo visto davvero troppi sprechi sotto porta, troppi errori di concentrazione, forse dettati dal grande pathos con il quale si è scesi in campo, ma che davanti al portiere non ha permesso di avere quella freddezza glaciale necessaria per buttarla dentro. Questo però è un problema che arriva da lontano e non si è palesato solo nella giornata di ieri. Se ci pensiamo bene infatti i nostri attaccanti non hanno mai collezionato grandi numeri in fatto di gol. Milan Djuric in 15 partite ha segnato 3 reti, mentre Ngonge, che non sarebbe del tutto una punta ma piuttosto un'ala, è fermo a 4 (capocannoniere della squadra, ricordiamolo). Il solo Thomas Henry, tornato da pochissimo, ne ha fatti due ed è già tantissimo, ma non si può certo contare solamente su un unico giocatore. Insomma, quello che si vuol dimostrare con questo discorso è che lì davanti serve fare di più; serve cambiare assolutamente marcia, altrimenti, come detto, in serie A ti viene presentato il conto da ogni avversario.

    Ecco quindi che ciò che è accaduto ieri a Firenze non è solo un episodio isolato di sfortuna, ma è lo specchio di un problema assai più alto e dare la colpa solamente ad essa sarebbe troppo riduttivo. La speranza è che si impari anche da questa delusione e che si cerchi di concretizzare meglio ogni occasione prodotta, perché il Verona non ha più tempo per perdere punti per strada.  

    Altre Notizie