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Hellasmania: la sfortuna non c'entra. Se non la butti dentro è colpa tua e basta.
Dispiace andare contro l'opinione comune che ha visto un Verona davvero sfortunato, quasi ad intendere "va beh, il nostro lo abbiamo fatto". No, non può e non deve bastare una scrollatina di spalle che ha pretese, abbastanza velleitarie, di giustificare ciò che è accaduto. La fortuna questa volta non ci ha arriso, ma noi ci abbiamo provato. Siamo a posto così. Direi che chiudere la questione fiorentina in questo modo, non solo è troppo semplice, ma anche controproducente. Bisogna ammettere che aver perso ieri in campo viola è per colpa nostra e solamente nostra. Certamente aver trovato davanti un Terracciano nelle veci di Superman non ha aiutato assolutamente la situazione, ma dopo un rigore sbagliato e almeno, come anticipato, quattro azioni da gol nitide davanti alla porta sbagliate, non si può appellarsi a null'altro se non all'incapacità di concretizzare ciò che si è creato.
Il mancato cinismo sotto porta in serie A si paga sempre, questa è una regola scritta nel firmamento del calcio a cui l'Hellas non è assolutamente esentata. Ieri abbiamo visto davvero troppi sprechi sotto porta, troppi errori di concentrazione, forse dettati dal grande pathos con il quale si è scesi in campo, ma che davanti al portiere non ha permesso di avere quella freddezza glaciale necessaria per buttarla dentro. Questo però è un problema che arriva da lontano e non si è palesato solo nella giornata di ieri. Se ci pensiamo bene infatti i nostri attaccanti non hanno mai collezionato grandi numeri in fatto di gol. Milan Djuric in 15 partite ha segnato 3 reti, mentre Ngonge, che non sarebbe del tutto una punta ma piuttosto un'ala, è fermo a 4 (capocannoniere della squadra, ricordiamolo). Il solo Thomas Henry, tornato da pochissimo, ne ha fatti due ed è già tantissimo, ma non si può certo contare solamente su un unico giocatore. Insomma, quello che si vuol dimostrare con questo discorso è che lì davanti serve fare di più; serve cambiare assolutamente marcia, altrimenti, come detto, in serie A ti viene presentato il conto da ogni avversario.
Ecco quindi che ciò che è accaduto ieri a Firenze non è solo un episodio isolato di sfortuna, ma è lo specchio di un problema assai più alto e dare la colpa solamente ad essa sarebbe troppo riduttivo. La speranza è che si impari anche da questa delusione e che si cerchi di concretizzare meglio ogni occasione prodotta, perché il Verona non ha più tempo per perdere punti per strada.