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  • Hellasmania: la lettera di Setti e il 'modello Crotone', una questione di tempi?

    Hellasmania: la lettera di Setti e il 'modello Crotone', una questione di tempi?

    • Nicola Corona
    La settimana appena conclusa ha portato due importanti novità in casa Verona: la fine del silenzio stampa che durava ormai da quasi un mese e soprattutto la lettera aperta che il presidente Setti ha scritto ai tifosi gialloblù.

    Una lettera vera, appassionata, scritta con il cuore in mano da un uomo che ama l'Hellas e che ha lavorato tanto per migliorarne la società. Una lettera che soprattutto è stata utile per fare un po' di chiarezza sulla situazione e sulle ambizioni della formazione gialloblù.

    Ma se il contenuto della missiva è lodevole per le intenzione e la volontà di spiegare l'operato di una stagione, le tempistiche dell'intervento hanno lasciato un po' l'amaro in bocca a chi segue il Verona da tanto tempo. L'impressione è che la lettera del presidente sia arrivata un po' in ritardo, creando un equivoco che avrebbe potuto essere evitato con un po' di più attenzione.

    Che la stagione sarebbe stata complicata e difficile lo si sapeva già da agosto. Il ds Fusco in tempi non sospetti aveva parlato di "modello Crotone" per la salvezza (leggasi obiettivo da acciuffare all'ultima giornata), quindi di una squadra provinciale tra le provinciali, senza "stelle" di prima grandezza, operaia nel gioco e battagliera nell'attitudine e nell'atteggiamento. Ai nastri di partenza però il Verona si era presentato con il confermato Pazzini e con il nuovo arrivato Cerci, a cui si sarebbe dovuto aggiungere anche il poco convinto Cassano. Una squadra molto diversa dal Crotone "operaio" di Davide Nicola, determinata a fare punti grazie all'esperienza e alla qualità dei suoi giocatori più rappresentativi.

    Sei mesi di tempo sono bastati per stravolgere i piani iniziali. Via Pazzini, Bessa e Zuculini. Via l'esperienza e la qualità. Si punta alla salvezza con la freschezza dei giovani e dei nuovi arrivati sul mercato di gennaio. Un cambiamento di rotta che ha stravolto l'assetto della squadra e che la ha avvicinata, questa volta sì, al "modello Crotone".

    Un cambiamento che però ha finito per indispettire i tifosi che si aspettavano di dover affrontare il campionato in un certo modo e che invece si trovano ora a sostenere una squadra ben diversa. E proprio qui si inserisce il discorso del ritardo della lettera del presidente. Setti ha parlato di conti in regola e di bilancio da mantene "sano". Tutto giusto, tutto vero. L'impressione però è che se la società fosse stata chiara fin dall'inizio dicendo ai tifosi: "la situazione è questa, la disponibilità economica non è moltissima, costruiamo una formazione da "battaglia" per andare a giocarcela con tutti" e soprattutto se avesse agito fin dall'inizio in questa direzione, l'appassionata tifoseria gialloblù avrebbe capito e probabilmente sarebbe stata anche più propensa ad accettare sconfitte e momenti di difficoltà.

    Invece, questa mancata chiarezza nelle modalità di costruzione della rosa e il prolungato silenzio dopo la sessione invernale di mercato, hanno portato l'ambiente gialloblù ad una continua e sempre maggiore insofferenza nei confronti dell'allenatore Pecchia e del direttore sportivo Fusco, con una squadra al penultimo posto in classifica, costretta a ritrovare un equilibrio dopo le importanti cessioni (soprattutto a centrocampo) ed incapace di reagire alle difficoltà della partita (un solo punto recuperato da situazioni di svantaggio).

    Insomma, alla società gialloblù non si può imputare nulla sulle intenzioni (la leggenda sul paracadute dato dalla retrocessione come fonte di guadagno non ha alcuna fondatezza logica), ma qualcosa sulle modalità e le tempistiche dell'azione certamente sì. La barca ha già cambiato rotta troppe volte e le direttive del capitano sono arrivate molto molto tardi. Ora non resta altro che remare tutti dalla stessa parte, con la speranza che non sia già troppo tardi. 

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