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Hellasmania: Bessa, l'effetto boomerang e gli altri nodi venuti al pettine
Un immagine che parla da sola. Il giocatore chiave (insieme a Pazzini) della promozione in Serie A dello scorso anno, giustiziere della squadra con cui militava solo pochi mesi prima. Il più perfido dei gol dell'ex. Una sorta di effetto boomerang, che non è ne l'impostazione per le stories di Instagram e neppure un elemento per definire la comunicazione umana, ma piuttosto un modo per far capire che quello che metaforicamente getti poi può tornarti velocemente indietro e, se non sei attento, colpirti dritto sul naso. Esattamente quello che sta accadendo in questo momento al Verona. Gli errori gestionali e di pianificazione societaria, i mutamenti nell'organico con il mercato di gennaio, la mancata chiarezza. Tutto sta "tornando indietro" pezzo per pezzo e a risentirne è purtroppo soprattutto la classifica.
Una squadra in lotta per la salvezza costretta a schierare in campo un ragazzino della Primavera (Danzi), che per quanto promettente e bravo non può avere l'esperienza giusta per questo tipo di partite. Una squadra che ha dovuto giocare spesso e volentieri senza una vera punta e con alcuni giocatori in condizioni fisiche davvero precarie. Ora tutti i nodi stanno davvero venendo al pettine.
A cominciare da Bessa che a fine gara, dopo aver ricordato con piacere l'anno e mezzo passato a Verona, ha lanciato alcune frecciatine non da poco su Fabio Pecchia e sul ruolo in campo occupato nella prima parte di stagione. Per non parlare poi di Cerci, che ai microfoni di Radio Verona si è voluto sfogare raccontando di essere stato curato male dallo staff medico dopo la gara con il Milan e di avere per questo perso buona parte della stagione. Insomma, a Genova il finale è stato dei più tristi e sconfortanti, un po' come quello dell'intera stagione dei gialloblù. Il boomerang è stato lanciato in estate, ma solo adesso ci si accorge dei troppi errori nell'effettuare quel tiro...