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    Hellasmania: sul ponte sventola bandiera bianca

    Hellasmania: sul ponte sventola bandiera bianca

    • Nicola Corona
    Prima della gara di ieri sera con il Sassuolo i tifosi gialloblù erano sostanzialmente divisi in due gruppi. Da una parte chi pensava che le possibilità di salvezza fossero praticamente prossime allo zero, con la squadra condannata alla B già da diversi mesi. Dall'altra invece chi credeva (e mi ci metto anch'io) che una vittoria con i neroverdi di Iachini avrebbe potuto cambiare tutto, rilanciando la corsa di un Verona ancora vivo.

    Al termine della partita del Bentegodi anche il più inguaribile degli ottimisti ha dovuto mestamente chinare il capo e rassegnarsi alla dura realtà. Questo Verona in Serie A non ci può stare. E tutto è lì a dimostrarlo, dalle prestazioni collettive alla tecnica individuale, dai numeri impietosi (22 sconfitte stagionali, 65 reti subite) alla caotica situazione societaria.

    Ieri sera contro il Sassuolo, in una partita davvero fondamentale, abbiamo assistito ad una gara che è stata lo specchio fedele di una stagione intera da dimenticare. Un discreto Verona determinato e combattivo per i primi 30', poi l'errore di Nicolas e il gol di Lemos. Da lì in poi la squadra di Pecchia non c'è stata più, cedendo ancora una volta di botto alla prima difficoltà. Una mancata reazione che si è palesata in un secondo tempo di nulla se non di tanta, tantissima confusione. Sono entrati in campo ben tre giocatori offensivi (Matos, Lee, Petkovic), ma il Verona non è riuscito a tirare nemmeno una volta verso la porta di Consigli. Un'incapacità di reagire agli eventi che sa davvero tanto di resa definitiva. Sul ponte gialloblù sventola mestamente bandiera bianca.

    A tenere in vita questo Verona rimane solo la matematica. La quota salvezza dista 4 punti. A cinque giornate dalla fine non sarebbero poi nemmeno così tanti. Ma se il Verona non è riuscito a fare risultato nemmeno con il Sassuolo visto ieri sera, pensare di ottenere qualcosa dalle gare con Milan e Juventus non sarebbe possibile neppure al più incallito dei sognatori.

    A questa squadra manca praticamente tutto. Dall'organizzazione di gioco all'esperienza, dalla condizione fisica alla presenza di alcuni giocatori in ruoli chiave. Ieri sera per i gialloblù il migliore è stato il giovanissimo Danzi, centrocampista della primavera all'esordio in Serie A. Vederlo buttarsi su ogni pallone con la forza e la determinazione che i più esperti compagni non hanno avuto, fa capire bene quale sia la situazione mentale all'interno dello spogliatoio gialloblù. 

    Sarebbe forse il caso, in queste ultime cinque gare, di ripartire proprio da lui e dagli altri giovani presenti in rosa, cercando di onorare al meglio una maglia che si meriterebbe ben altro per storia, attaccamento popolare e passione. Si tratterebbe forse dell'unico modo per rendere un po' meno amara una stagione troppo brutta e sofferta per essere vera.

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