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Hellasmania: abbiamo perso ma che carattere! Una sconfitta da cui ripartire
Sabato il Verona è sceso a San Siro contro un Milan, diciamolo serenamente, un poco acciaccato, ma non per questo meno forte. L'Hellas invece si è presentato con qualche assenza, ma il divario tecnico rimaneva comunque presente: ecco perché la partita doveva essere impostata nei minimi dettagli da parte di Tudor. Primo tempo spaziale per i gialloblù, che schiacciano i padroni di casa nella propria area di rigore sino a segnare ben due reti. Non vogliamo parlare di singoli in questa analisi, ma parliamo del collettivo, perché tutti hanno giocato al massimo delle proprie forze. Grinta e concentrazione hanno fatto da padrona per il Verona, con un gioco aggressivo a tutto campo, non lasciando spazi di manovra agli avversari e tallonandoli ogni qualvolta prendevano palla. Azioni corali, spezzate solamente da uno sfortunato autogol che ha ribaltato completamente la gara, dato che forse, se non fosse accaduto, il risultato finale poteva essere anche diverso.
Con i se e con i ma, non si va lontani però, nemmeno nel calcio. Quindi accettiamo pure il risultato e ci portiamo a casa una prestazione dalla quale bisogna assolutamente dare seguito. Ora arriviamo quindi al secondo capitolo di questa analisi: Igor Tudor, che merita, come detto, un commento a parte. Nel precedente 4-0 sullo Spezia, si era già visto che il gioco da lui improntato da un mese a questa parte, stava mostrando i propri frutti. Una squadra che gioca ad alti ritmi, ma che sa anche trovare le giuste pause per rifiatare. Una squadra che ha imparato a segnare e che quindi è capace di finalizzare tutta la mole di gioco che produce. Qualche distrazione difensiva ha inficiato su alcuni pareggi che potevano essere evitati, ma ora la maturazione sembra essere completata. Contro il Milan la squadra ha reagito sempre, non dandosi mai per vinta anche quando la gara sembrava compromessa per la sfortuna, più che per demeriti propri. Bravo ancora una volta Tudor a tenere alta la concentrazione di tutti e imprimendo quello spirito di sacrificio e di lotta degno della propria mentalità.
Si può perdere, è vero, ma conta sempre come. In questo modo la sconfitta è meno amara e la speranza per il futuro sempre ben illuminata. Se il Verona riesce a tenere, se non meglio, a migliora questo suo lato, potrà sopperire sempre alle normali mancanze tecniche di fronte ad avversari sulla carta più forti. Questa sconfitta deve essere vista sotto molteplici aspetti quindi, cercando di capire i propri errori ma anche i propri meriti (e che meriti!).