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Guiu, Yamal e Lopez: la Masia è il mezzo per 'salvare' il Barcellona
PREDESTINATI - Al primo sono bastati 34 secondi e 2 tocchi per trovare il primo gol. Guiu è un predestinato, i numeri lo confermano. Il nativo di Granollers - circa 30 km da Barcellona - è stato capocannoniere degli ultimi Europei U17, al pari del compagno di club Yamal, e ha trivellato le reti avversarie nel suo percorso blaugrana che dura ormai da quasi dieci anni. Arriva alla Masia nel 2013/14, nella squadra Under 8, da lì si fa strada segnando a valanga, anche in Youth League. Con la marcatura di ieri, Marc è diventato il più giovane a debuttare con un gol con la maglia di questo club nel 21esimo secolo e il giocatore che ha avuto bisogno di meno tempo per segnare al debutto in tutta la storia della Liga. Il secondo è ormai già un punto fermo dei blaugrana: 8 presenze, 2 gol e una maturità che fa spavento. Complici le assenze, Xavi non ha esitato a dare fiducia al Messi del Campillo, com'è soprannominato, e, gara dopo gara, viene premiato per la sua scelta.
SOGNO - Scontato che Guiu fosse al settimo cielo quando è stato intervistato dalle tv presenti al Montjuic. 'Non riesco neanche a respirare, sto volando e mi godo il momento. Ho lavorato duro per sfruttare una chance, qualora fosse arrivata. Xavi? Mi ha sempre spronato a lavorare, dicendo che prima o poi il mio tempo sarebbe arrivato. Prima di entrare mi ha detto di fare esattamente quello che faccio con le giovanili e provare a segnare. Ancora non ci credo. Ho passato quasi tutte le notti a sognare un momento così, ora è arrivato e sono troppo troppo contento", ha detto a caldo. L'allenatore non poteva che rivedersi nel suo protetto ora. 'Marc, un ragazzo della Masia, che fa la differenza per noi. Sono davvero felice per lui e per la squadra, questi tre punti sono molto importanti. Ho pensato di metterlo perché vede la porta, ha una scintilla. Mi piace come giocatore. Non ho problemi a dare possibilità ai ragazzi delle giovanili, anzi. Do loro la stessa fiducia che il Barcellona ha dato a me quando avevo 17/18 anni", ha commentato Xavi. "Sono un culé (tifoso del Barcellona, ndr) da quando ero piccolo e il mio sogno è affermarmi qui", ha detto Lopez che si è svezzato in prestito al Linares nella terza divisione. Una scelta azzeccata. Xavi ha elogiato anche lui. “Mi piace quello che vedo in Fermín. Mi piace la sua fiducia in se stesso, che osa, che non ha paura, che chiede la palla, che gioca semplice, che ha l'ultimo passaggio. È un calciatore che potrebbe aiutarci molto. Il talento che ha nell'ultimo tratto di campo è un po' quello che ci è mancato nell'ultima stagione. Può giocare a sinistra, a destra, come falso nueve... È un calciatore che personalmente mi piace, vedo personalità in lui. Ha 20 anni ma ha personalità e fame. E questo è molto importante”. E se lo dice Xavi...
CARATTERISTICHE - Guiu è un unicorno per la Masia. Alto un metro e ottantasette, preferisce colpire col piede destro e unisce potenza e rapidità nei movimenti. Deco è da tempo il suo più grande estimatore. Si tratta di un attaccante tipico, un classico numero 9, più pratico ed efficace che elegante. Il suo idolo è Zlatan Ibrahimovic, il giocatore a cui più lo accostano è invece Mauro Icardi, forse l'ultimo '9' prodotto dal settore giovanile blaugrana. Pedri e Gavi insomma sembrano già il passato: con lui, si parla già del terzo talento esploso quest'anno col Barcellona dopo Lopez e Lamal, quello che promette più di tutti. Fermin invece è un centrocampista che sa unire talento, giocate e presenza a tutto campo. Un motorino incessante che offre qualità e quantità. E che sta trovando inserimenti letali per le difese avversarie. Non deve sorprendere dunque che il club abbia deciso di blindarlo fino al 2027 con una clausola rescissoria di 400 milioni di euro. Il ventenne si è scelto Gavi come tutor, nonostante sia più piccolo di lui. Si è rivelato con una rete in amichevole al Real Madrid: era luglio, si giocava a Dallas e da lì ha attirato su di sé gli sguardi del movimento calcistico spagnolo.
CLUB - Ancora una volta, come successo in passato quando i blaugrana rispondevano con i loro giovani talenti ai grandi nomi del Real, la soluzione ai problemi del club potrebbe essere già in casa. 'Sappiamo che il club sta attraversando delle difficoltà finanziarie. La Masia ci dà tanto e noi ragazzi come me, Fermin, Lamine, Gavi, siamo qui per fare il nostro meglio e cercare di dare una mano a questo club. Sono davvero orgoglioso di esserne parte. La Masia funziona. Chi lavora lì fa un grande lavoro e ci prepara al meglio per quello che arriverà. Agli altri canterani dico di continuare a lavorare perché il club avrà bisogno di loro', ha detto Guiu. Solo pochi giorni fa il presidente Laporta aveva illustrato la difficile situazione societaria del club. 'Se il Barcellona fosse gestito come un'azienda normale, avrebbe dichiarato bancarotta tre anni fa. Dobbimo ottimizzare i nostri sforzi per salvare il club. Salvarlo dall’essere messa in ginocchio. C’erano debiti per 1,3 miliardi di euro e la maggior parte del debito era a breve termine. C’era un patrimonio netto negativo di 455 milioni di euro. In qualsiasi azienda privata avrebbero avviato una procedura di bancarotta. Abbiamo preso decisioni coraggiose e abbiamo salvato il club dalla tragedia", aveva detto per giustificare il suo operato. Un salvagente, un altro, arriva ora da Guiu e dai tanti ragazzi che scalpitano nella Masia: se il Barcellona vuole un futuro più roseo del presente non può che passare da loro. Più per necessità che per scelta.