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    Guerriglia senza alcool: com'è cambiata la strategia degli hooligans russi

    Guerriglia senza alcool: com'è cambiata la strategia degli hooligans russi

    • Fernando Pernambuco
    Le cose hanno quasi sempre più risvolti; i fatti più aspetti; le medaglie almeno due facce. Prendete la guerriglia fra hoolingans inglesi e russi. Terribile, sanguinaria, irrazionale ecc. Eppure un risultato l’ha ottenuto. Pare che quando arrivano loro l’Isis si guardi bene dal minacciare. Simpatizzanti, radicali islamici, militanti girano alla larga. E’ quanto, con un senso certo paradossale, ma non del tutto inesatto, ha detto un ufficiale della polizia francese a Lille, ultimo teatro di scontri.

    D’altra parte è sufficiente qualsiasi collegamento a Putin per rendere nervosi gli estremisti islamici, vista la determinazione del Presidente russo dimostrata in Siria contro di loro. Ma questo non basta  certo a giustificare la guerriglia urbana, che, parafrasando Von Clausewitz, potremmo definire “la continuazione della guerra con altri mezzi”. Ora, nella guerra (come nella guerriglia) sappiamo che l’alcool ha avuto ed ha una parte importante. Ai soldati inglesi in India, che non volevano trangugiare l’amaro chinino antimalaria, si pensò bene di diluirlo nella soda con abbondante aggiunta di Gin, preludendo così al Gin Tonic. Ma fu soprattutto nelle guerre passate che l’alcool la fece da padrone. L’alcool serviva a inebriare i soldati e a dar loro un maggior stato d’incoscienza verso il pericolo. A Waterloo gli inglesi furono dotati di abbondanti libagioni del solito Gin, mentre i francesi andavano a vino. In teoria vinse il maggior grado alcoolico. Le cirrosi, si dice, avrebbero inseguito pareggiato i conti.

    Così da sempre, il  ricorso all’ alcool è di prammatica fra le fazioni cruente che si affrontano apparentemente nel nome del tifo. Ma, nel caso francese, la strategia dei russi è cambiata. Non bevono, si presentano sobri alla poco cavalleresca tenzone, mentre gli inglesi hanno il tipico incedere barcollante, di chi insieme ai freni inibitori perde anche in lucidità. Sembrerebbe questa la nuova tattica che ha sorpreso i maestri albionici sempre un po’ alticci: bere sì, ma dopo. Prima “il dovere”, poi il piacere.
     

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