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    Guardiola tagliateste: Schweinsteiger anticipa l'addio di Mario Gotze

    Guardiola tagliateste: Schweinsteiger anticipa l'addio di Mario Gotze

    "Essere il miglior allenatore del mondo è una merda. Vinco perché ho a disposizione buoni giocatori". Firmato Pep Guardiola, uno dei tecnici più apprezzati del mondo ma anche uno dei più criticati. Se scegli di essere la guida del Bayern Monaco devi mettere in preventivo di non piacere a qualcuno, soprattutto quando non vinci. E' successo raramente da quanto Pep ha scelto la Baviera, solo 16 volte in 108 partite, un dato sufficiente per scatenare quei tifosi e quegli addetti ai lavori che si dimenticano che, nel calcio, c'è un solo vincitore.

    PER ME SEI FUORI - Nel biennio al comando dell'FC Hollywood all'ex blaugrana è stata mossa ogni tipo di critica: Guardiola non fa giocare bene il Bayern, Guardiola impone il tiki-taka ad una squadra abituata ad andare in verticale, Guardiola fa giocare fuori ruolo Lahm, Guardiola ha snaturato il classico numero 9, Guardiola è un tagliateste. Un etichetta, quest'ultima tornata di moda in questi giorni, con l'avallo alla cessione dell'idolo di piazza Bastian Schweinsteiger al Manchester United. L'ultimo di una lunga lista, che comprende anche Gomez, Mandzukic, Shaqiri, Kroos, Pizarro, in attesa di capire il futuro di Dante, seguito da club inglesi e tedeschi. Praticamente oltre la metà dei giocatori alle spalle nella foto di presentazione, scattata nel giugno di due anni fa.

    IL TERZO MARIO - Il prossimo sul piede di partenza è Mario Gotze, l'uomo-Mondiale, arrivato due anni fa per 37 milioni di euro e mai entrato nelle grazie dell'allenatore spagnolo. Guardiola fa finta di non sentire le critiche e guarda avanti. Dalla sua continua ad avere i risultati: due Meisterschale, una coppa di Germania, una Supercoppa Europea e un Mondiale per Club. In fondo essere l'allenatore migliore al mondo non è così male.

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