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    Gravina: 'Riabbraccerò Mancini, ho pensato a Conte o Ranieri ct. Italia fuori dai Mondiali? Io non tiro rigori...'

    Gravina: 'Riabbraccerò Mancini, ho pensato a Conte o Ranieri ct. Italia fuori dai Mondiali? Io non tiro rigori...'

    • Redazione CM
    Il presidente della FIGC Gabriele Gravina ha concesso un’intervista al quotidiano Avvenire, affrontando diversi temi sulla sua gestione, finita nel mirino della critica anche per i cattivi risultati recenti della Nazionale ed in primis per la mancata partecipazione agli ultimi due Mondiali. "Non tiro rigori e non vado in campo se non per salutare gli Azzurri. Se vogliono, mi prendo anche la responsabilità del Mondiale di Russia, in cui non ero ancora presidente della FIGC. La memoria in questo Paese è sempre troppo corta, è bene ricordare che siamo l'unica nazionale che ha portato alle fasi finali tutte le sue selezioni giovanili, lanciando talenti come Parisi, Esposito, Baldanzi, Pafundi, Casadei, che presto saranno pronti per la Nazionale".

    NON SIAMO COSTRUTTORI - Gravina ha poi aggiunto: "A me interessa come è posizionato il calcio italiano in termini di appeal agli occhi del mondo, dove eravamo e dove siamo. Alla nostra gestione, più che la massimizzazione del risultato sportivo, che pure conta ovviamente, sta particolarmente a cuore la parte progettuale e la visione del calcio come patrimonio sociale e condiviso della collettività". A tal proposito, il pensiero non può non correre all’edizione del 2023 degli Europei, che l’Italia si è vista assegnata in tandem con la Turchia ma che richiede un impegno importante in tema di costruzione di nuovi stadi. Sul quale l’amministratore delegato della Serie A Luigi De Siervo ha espresso recentemente parole piuttosto preoccupanti (“A ottobre 2026 speriamo che si raggiunga il livello di sufficienza per gli stadi dalla UEFA, altrimenti la candidatura verrebbe revocata”): “La realtà dei fatti è un'altra. Tutti pensano che la FIGC con Euro 2032 diventerà l'azienda costruttrice degli stadi, ma non è così. Abbiamo solo offerto l'opportunità di realizzare strutture e infrastrutture per quell'evento, certo parleremo con i sindaci e dialogheremo con il governo per sburocratizzare le attività imprenditoriali, ma non siamo i costruttori. Noi, come FIGC, entro ottobre 2023 dovevamo indicare le 10 città e non eravamo in grado di fornire altro che le foto dei progetti degli stadi da realizzare. Oggi abbiamo la possibilità di indicare entro l'1 ottobre 2026 le 5 sedi di Euro 2032 e a marzo 2027 di cantierare quei progetti. E questa scusatemi, ma è un'opportunità storica che ci siamo conquistati davvero sul campo. Esaurire Euro 2032 però con 5 città sarebbe una sconfitta. La Serie A nel nostro scenario potrebbe contare in quell'anno su almeno 10 stadi di proprietà. Sarebbe davvero un'altra Italia".

    IL CASO MANCINI - Infine Gravina non poteva esimersi da toccare nuovamente l’argomento Nazionale ed in particolare quello della sostituzione di Roberto Mancini come ct nella passata estate. "Ci riabbracceremo da soli, senza l'ausilio di intermediari. Nella vicenda non si è distinto a dovere l'aspetto tecnico da quello della sensibilità umana. Io ho condiviso con Mancini cinque anni, nei quali ho investito prima di tutto sul piano della relazione amicale e non mi aspettavo di trovarmi in difficoltà sul piano tecnico, come è accaduto lo scorso 16 agosto. Nella sua scelta, forse hanno prevalso appunto le fragilità umane, ognuno di noi in certi momenti della vita avverte paure e preoccupazioni difficili da confessare. Roberto aveva già ricevuto altre offerte importanti, ma a quella di fare il ct dell'Arabia Saudita evidentemente non poteva rinunciarci".

    HO PENSATO A RANIERI - La scelta dell’eredità di Mancini è caduta poi su Luciano Spalletti, che non è stato l’unica opzione presa in considerazione, come ha confermato lo stesso Gravina nella sua intervista ad Avvenire. "C'erano diverse ipotesi, a partire da Antonio Conte. Ranieri mi ha scritto un bellissimo messaggio. Tutti sanno che io adoro lo 'stile' Ranieri, tecnico eccellente, uomo paterno, carismatico e coinvolgente, ma aveva un impegno con il Cagliari. Visto che si era liberato il tecnico campione d'Italia quale prospettiva migliore se non lui? Luciano Spalletti è un grande motivatore, uno che ama il 'bel calcio' che è quello che gli italiani vogliono. E poi mi hanno sorpreso due aspetti che comunque sospettavo: la grande umanità che abbiamo visto anche nella festa annuale che organizza a Montaione in memoria del fratello scomparso e poi la sua totale dedizione al lavoro, quasi maniacale, di chi interpreta il ruolo del ct come quello dell'allenatore di club. I ragazzi della Nazionale se lo vedono arrivare agli allenamenti nelle loro squadre e con un'app li segue a distanza dandogli consigli e indicazioni utili per farsi trovare sempre pronti ad ogni convocazione".
     

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