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    Gravina: 'Resto e difendo l'Italia. La Nazionale è vista come un fastidio dai club. Pochi ragazzi selezionabili, il progetto è monco'

    Gravina: 'Resto e difendo l'Italia. La Nazionale è vista come un fastidio dai club. Pochi ragazzi selezionabili, il progetto è monco'

    • ET, inviato
    Dopo aver parlato in tv, in conferenza stampa post sconfitta contro la Macedonia del Nord è intervenuto il presidente della FIGC, Gabriele Gravina. Queste le parole dopo il ko che ha eliminato l'Italia dal Mondiale.

    PROGRAMMA - “Il programma continua, il programma deve essere anche la cura per rimarginare in tempi rapidi queste forti lacerazioni che abbiamo subito. Insieme abbiamo condiviso gioie inestimabili, questo dolore lo dobbiamo superare insieme come abbiamo festeggiato insieme questa estate”

    ANDIAMO AVANTI -“Io ci metto la faccia, non ho timore nel farlo. Sottolineo ancora una volta al di là del risultato immeritato e ingiusto e penalizzante per i nostri ragazzi. Il progetto di Mancini va avanti, e anche il mio va avanti. Assolutamente sì. Saranno giornate in cui arriveranno critiche da tutte le parti. Arriveranno anche perché ci sono state le gioie di quest'estate e ora sono pronto a ricevere altrettante critiche”.

    ERRORI - “Io devo continuare a proteggere questi ragazzi, il tecnico e questa federazione. Sicuramente quando non si vince c'è qualche errore. Dobbiamo capire se è stato di brevissimo termine, oppure se è radicato e c'è qualcosa da cambiare”

    SENTIMENTO - “Il sentimento di entusiasmo che abbiamo visto in questi giorni, legato anche alla vittoria dell'Europeo, non dobbiamo disperderlo. Critiche sì, ma stiamo attenti a non perdere questo sentimento importante”.

    PALERMO – ”Palermo è stata straordinaria. Erano anni che non si vedeva quello che questa sera abbiamo visto arrivando allo stadio. Torneremo presto in questa città perché stra-merita la presenza di questa nazionale”.

    POCO SPAZIO NEI CLUB - “La Nazionale ha trovato il suo spazio. Manca sicuramente la capacità da parte dei primi fornitori del “materiale umano” di guardare alla Nazionale. Abbiamo solo il 30% dei giocatori italiani che giocano nelle giovanili, ma i ct e gli allenatori fanno il massimo. Ci sono tanti ragazzi italiani che hanno pochissimo impiego nei propri club. Non è colpa dei club, lo dico nettamente, però oggi c'è poco materiale umano e si cerca di fare il massimo possibile. Dovrà essere un nostro impegno politico per riformare queste problematiche”.

    IL FASTIDIO DEI CLUB - “C'è molta resistenza da parte dei club. La Nazionale non è vista come un'opportunità, ma quasi come un fastidio. Loro guardano tutto dal punto di vista imprenditoriale ed è comprensibile, ma la Nazionale è stata lasciata un po' sola. Non è stata diplomazia la nostra, è una forma di rispetto dato che la Lega Calcio si autotutela, i club tutelano i propri interessi. Se il progetto non è visto e condiviso, non possiamo imporre delle richieste che sono solo nostre. Deve far riflettere ed è molto più problematico il fatto che questo discorso va messo in un progetto che è monco. Non ci sono giocatori selezionabili, è in questo che dobbiamo rivedere qualcosa. Sono valutazioni politiche e sono nostre e vanno oltre il concetto di club che danno o non danno dei giorni in più”.

    NIENTE ALIBI - “Se vogliamo continuare a trovare alibi, continueremo a sbagliare. Questa sera l'Italia ha perso immeritatamente, i ragazzi hanno vissuto giorni costruendo un gruppo bello e quella bellezza non può essere scalfita da altri ragionamenti”

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