Globe Soccer a Dubai: il racconto della prima giornata
Tutta la Dubai che conta è al Madinat Jumeirah. Perché tutto il calcio che conta, quello che gli arabi cercano di portare a casa loro invano e quindi vanno a cercarlo in Europa, è al Medinat Jumeirah. Cristiano Ronaldo è arrivato in sala, si è prima prestato alle domande dei ragazzi disabili dell'ospedale di Dubai e poi si è prestato a farsi interrogare da Pierluigi Collina, "con cui non si poteva parlare, perchè rispondeva sempre di no", la battuta del portoghese. Ma Pierluigi Collina ha diretto il suo incontro con Cristiano Ronaldo da campione: sul palco del Medinat Jumeirah non potevano che aprire le danze due super campioni. Poi la premiazione di Cristiano Ronaldo, il primo a ricevere il premio di calciatore dell'anno grazie ai voti dei tifosi di tutto il mondo. Un'eccezionalità che ha dato sicuramente fascino al Globe Soccer. Che non è semplicemente una cena di gala con le premiazioni, ma una due giorni di calcio e lusso nella penisola arabica, dove alla ottava conferenza internazionale dello sport di Dubai si somma anche la prima fiera legata agli stadi. E' un punto di partenza che potrà fare della manifestazione un'eccezionalità nel mondo del football mondiale.
Di arabi, ce ne sono tanti. Qualcuno si è anche permesso di sgualcire la sua perfetta e profumatissima tonaca per prendere in braccio i figli, rigorosamente con maglietta di CR7 indosso, per far vedere loro da più vicino il campione dei sogni. Poi la prova simulata con i sistemi di telecamera interattiva di essere al centro di uno dei tre maggiori stadi d'Europa: l'Emirates di Londra (manco a dirlo), il Santiago Bernabeu e San Siro. Nella stanza adiacente a quella della conferenza, traboccante di giornalisti e di appassionati, la fiera proseguiva con innovazioni assolute, dal campo sintetico al moderatore di onde magnetiche del cellulare con lo stemma della propria squadra, per finire agli stand dedicati alle attività sportive degli Emirati Arabi Uniti, dove Michel Salgado ha di fatto spopolato prestandosi all'assalto della folla. Più isolato è invece rimasto Ian Rush, forse perché al tempo delle scorribande del gallese la Premier League non aveva il fascino di adesso.
Nel cuore della prima mattinata di conferenza, tra i cinque fuoriclasse in programma (Collina e CR7 prima; Guardiola, Capello e Conte poi), il vero argomento che interessava all'ambiente locale: i casi di Italia, Inghilterra ed Emirati Arabi Uniti per lo sviluppo del calcio. Il centro dell'attenzione lo ha preso Mike Farnian, esperto di marketing con un passato nel Manchester United, che ha descritto il potenziamento del club di Manchester rispondendo alle numerose domande in merito provenienti dalla platea. Carlo Tavecchio ha fatto da spalla, portando il grande esempio della Lega Nazionale Dilettanti e dei campi sintetici che in Italia stanno vivendo uno sviluppo che interessa a tutto il mondo (non a caso gli stand della fiera sull'argomento erano solo provenienti dallo Stivale).
Infine, i fuochi d'artificio: i tre tenores, come li ha appellati Tony Damascelli, che ha trovato nei tre anche particolarità come il ruolo di centrocampista prima e di allenatore poi. Il discorso è cascato sulle regole, come era già successo tra Collina e Ronaldo. E alla fine sno uscite fuori idee innovative che vogliono bene al calcio: chi sta in campo (arbitro e calciatore) hanno sposato l'idea della bomboletta spray per l'arbitro; chi sta fuori e dirige ha proposto tante nuove cose che potrebbero essere sfruttate dal calcio anche in maniera intelligente, come l'ampliamento delle rose (Guardiola), l'inserimento di un time-out per tempo e il tempo effettivo (Capello), l'aumento delle sostituzioni (Conte). Globe Soccer ha così chiuso il suo primo terzo di evento con i fuochi d'artificio, ammirati da tutto il mondo del calcio. Ora si aspetta la seconda giornata, quella del resto degli awards. Cristiano Ronaldo ha già pensato a scrivere la storia dell'evento, adesso tocca agli altri. Conte in testa, che prenderà il premio di miglior allenatore del 2013.
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