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    Giroud il volto di un Milan che lotta: 11 anni dopo i quarti, l'impresa è meritata

    Giroud il volto di un Milan che lotta: 11 anni dopo i quarti, l'impresa è meritata

    • Alberto Polverosi
      Alberto Polverosi
    E una è già ai quarti di Champions. Erano undici anni che il Milan non ci arrivava, stavolta ce l’ha fatta con pieno merito, pareggiando a Londra ed eliminando un avversario insidioso come il Tottenham. Insidioso, ma niente di più. L’Europa per Conte resta un problema. In 180 minuti la squadra di Pioli ha fatto molto più degli Spurs. Ha prodotto più occasioni da gol, poteva segnare più di una rete all’andata e ne poteva fare un paio anche al ritorno. Il Milan ha convinto, cancellando subito la pessima partita di Firenze e giocando una partita attenta, perfino scrupolosa. Il Tottenham non ha mai dato l’impressione di poterne venire a capo. Tanto per far capire che tipo partita è stata, basta ricordare due particolari: il primo tiro in porta di Kane (un colpo di testa) è arrivato al terzo minuto di recupero della ripresa; in 90', gli Spurs hanno tirato nello specchio della porta solo 2 volte e in questa stagione aveva concluso di meno solo contro il Portsmouth in FA Cup: un tiro.

    L’EQUILIBRIO - Il Milan ha fatto il primo tempo che doveva fare, che aveva pensato e preparato Pioli. L’ha giocato con personalità ed equilibrio, mantenendo sempre corrette le distanze fra i reparti, muovendosi compatto soprattutto nella fase difensiva. In quei 45' il Tottenham non ha mai creato pensieri a Maignan che solo una volta è stato soccorso dalla sua capacità reattiva deviando di piede in angolo un tiro di Kane a sua volta deviato da Thiaw. La migliore occasione del primo tempo è stata però del Milan con uno schema su punizione concluso da un diagonale a lato di Messias.

    IL LAVORO DI GIROUD - Rispetto agli Spurs, i campioni d’Italia avevano la forza di recuperare palla in pochissimo tempo grazie al pressing di tutta la squadra, anche se quello che davvero brillava per la quantità del gioco, dello sforzo e dell’applicazione era il più anziano dei rossoneri, Oliver Giroud. Se Kane, come al solito, faceva il centravanti-regista, Giroud faceva il centravanti-mediano. Appena il Tottenham iniziava ad impostare l’azione, il francese si faceva trovare sempre nel posto ideale per attaccare il portatore di palla. Stesso lavoro anche per Diaz, ma non per Leao a cui probabilmente Pioli stava concedendo maggiore libertà per partire in contropiede, cosa mai successa fino all’‘80'. Con due difensori (Romero e Lenglet) su tre ammoniti dopo 20 minuti, il portoghese avrebbe potuto e dovuto puntare di più e con più forza l’area londinese.

    I DUELLI - Il Tottenham girava al largo dell’area rossonera. I due attaccanti esterni Kulusevski e Son erano sempre ben controllati da Tomori e Kalulu, mentre Thiaw usciva al fianco di Kane quando l’inglese andava a ricucire il gioco. Nessun problema da parte di Skipp e Hojbjerg, anche in questo caso la coppia milanista Krunic-Tonali aveva la meglio. La squadra di Conte non riusciva ad accelerare, ha avuto un paio di momenti buoni quando ha trovato un po’ di spazio che però non ha saputo sfruttare. Come al solito poco Perisic, un po’ più coinvolto l’altro esterno Emerson Royal in diretto collegamento con Kulusevski, ma niente di quanto sarebbe stato necessario per ribaltare l’1-0 dell’andata. C’era invece un po’ di nervosismo fra i londinesi, Conte è stato ammonito perché ha protestato col quarto uomo per il giallo rifilato a Lenglet (giallo che avrebbe dovuto prendere anche per un fallo precedente), Romero ed Emerson Royal si sono messi a discutere perché l’ex atalantino ha segnalato alla panchina che il suo compagno non stava bene (“lo so io se non sto bene”, più o meno questa la replica) e Perisic ha brontolato Davies per un rinvio sbagliato di testa.

    SPURS AGGRESSIVI, MILAN PERICOLOSO - Nel secondo tempo il Tottenham ha alzato il ritmo, non poteva fare diversamente. E’ entrato nella metà campo rossonera ed è diventato più aggressivo, ma l’unico vero tentativo è stato di Hojbjerg con un tiro deviato in angolo da Maignan. Più arrembante la squadra di Conte, ma più pericolosa quella di Pioli. Dopo 6', Diaz ha avuto la possibilità di fare il bis dell’andata, però Forster, con l’intervento più complicato della partita, ha respinto con una gamba. I due allenatori hanno sostituito due ali, Pedro Porro è entrato al posto dell’inesistente Perisic (ed Emerson Royal è andato a sinistra) e Saelemaekers ha preso il posto dell’infortunato Messias. Altra occasione per il Milan sempre con Diaz che stranamente ha tardato la conclusione in piena area di rigore, poi ha tirato Giroud e Forster ha respinto ancora.

    LA FOLLIA DI ROMERO - A metà ripresa, Conte ha aumentato il peso del suo attacco con Richarlison al posto di Emerson Royal. Son si è abbassato sulla linea del centrocampo. L’idea del tecnico salentino è naufragata per colpa di una follìa di Romero che ha steso Hernandez con un fallaccio che hanno visto tutti, ma proprio tutti. Secondo giallo, Romero fuori. Mancavano poco più di 10 minuti, Pioli ha messo nuove energie in squadra con Bennacer al posto di Diaz e Origi per Giroud, esausto. Un applauso al francese. Conte ha cercato di riequilibrare la difesa con Sanchez per Emerson Royal. Negli ultimi 10 minuti, si è finalmente svegliato Leao. Un suo attacco micidiale ha portato Tonali al tiro all’altezza del dischetto del rigore: murato. Era una palla-gol, la terza del secondo tempo del Milan che ora non temeva più il Tottenham, avendo tutto lo spazio per gestire e ripartire. In pieno recupero però, Maignan ha tirato fuori la parata della serata su colpo di testa di Kane. Sul ribaltamento del fronte, contropiede e palo di Origi. Lì è finita la partita.

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