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Il Girona come il Leicester, anche l'anno dopo: le ragioni del crollo dalla Champions alla zona retrocessione
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FLOP SU TUTTI I FRONTI - Non bene, per nulla. I blanc-i-vermells, all'inizio di aprile 2025, hanno vinto la miseria di 3 partite nel nuovo anno solare e stazionano al 13esimo posto, alla pari con Osasuna e Valencia a quota 34 punti, sette in più del Leganes terzultimo (che deve ancora giocare la 30esima) e otto in più del Las Palmas penultimo. Si tratta di un margine non impossibile da difendere nelle ultime otto giornate, ma che comunque deve far tenere dritte le antenne. Aggiungiamo l'eliminazione al secondo turno di Coppa del Re per mano del non irresistibile Logrones ai rigori. Il parallelismo con il Leicester continua anche nei risvolti negativi: dopo la 30esima giornata di Premier League 2016/17, Vardy e compagni, da detentori del titolo, avevano 33 punti, solo uno in meno di questo Girona. Meglio il percorso da rookie in Champions: addirittura quarti di finale persi contro l'Atletico Madrid dopo aver eliminato il Siviglia agli ottavi e aver vinto il girone con Porto, Club Brugge e Copenhagen. Il Girona, invece, ha rimediato sconfitte in serie vincendo solo una partita su otto, 2-0 contro il modesto Slovan Bratislava.
MERCATO DELUDENTE - In realtà l'analisi è molto semplice: sono andati via i più forti e chi è arrivato non è minimamente all'altezza nel rendimento di quest'anno. Hanno salutato Dovbyk (alla Roma), Aleix Garcia (al Bayer Leverkusen), Savio (al Manchester City), Eric Garcia (al Barcellona) e Yan Couto (al Borussia Dortmund); nessuno di loro si sta confermando sui livelli del 2023/24 all'Estadi Montilivi, ma il piatto piange più sul fronte nuovi arrivi.
In attacco i nuovi "bomber" Abel Ruiz (dal Braga) e Bojan Miovski (dall'Aberdeen) non arrivano a 10 goal in due, fermandosi a 4 per uno; per sostituire Savinho, scattante e funambolico, è stato preso in prestito dal Tottenham il compassato Bryan Gil, anche lui 4 reti e stagione finita per un infortunio al collaterale; meglio l'investimento su Yaser Asprilla (dal Watford), più simile a Savinho ma impiegabile a destra, dove c'è già Tsygankov, e non a sinistra dove invece agisce spesso Danjuma, arrivato dal Villarreal nella fase finale del mercato estivo e forse forse il più apprezzabile dei nuovi con 5 reti e 2 assist. A centrocampo sono rimasti e stanno provando a tirare avanti la carretta Yangel Herrera e Ivan Martin, ma non li ha aiutati la scelta di sostituire un regista sopraffino come Aleix Garcia con un mediano di rottura come Oriol Romeu, rientrante dall'annata fallimentare al Barcellona; una volta resosi conto dell'errore, il Girona ha provato a regalare a Michel un palleggiatore, ma ha preso Arthur in prestito dalla Juventus. Risultato? Appena 7 presenze da poco più di 300' totali da gennaio a questa parte. In difesa brilla ancora la stella di Miguel Gutierrez, ma il canterano Arnau Martinez non è Eric Garcia e Ladislav Krejci, arrivato dallo Sparta Praga, non tiene un reparto che risente dell'età sempre più avanzata di David Lopez, Juanpe e Daley Blind.
MICHEL NON PUO' FARE IL SUO GIOCO - Se avete visto qualche partita del Girona l'anno scorso, vi ricorderete il caratteristico, quasi ipnotico per la bellezza delle giocate, tam-tam con Aleix Garcia che palleggiava preferibilmente sulla destra con Tsygankov (o Yan Couto), Martin ed Eric Garcia per poi ribaltare il fronte su Savinho supportato da Miguel Gutierrez: Dovbyk vedeva palloni su palloni da spingere in rete. Senza Aleix, non c'è più un metronomo, né a sinistra c'è più uno sfogo come quello che garantiva l'esuberanza di Savio. Quei pochi palloni che arrivano in avanti non trovano bocche da fuoco cariche a dovere, e il vecchio leone Stuani non riesce più a rimediare entrando dalla panchina. Mancando cronicamente i palleggiatori per dominare la partita, Michel ha addirittura deciso in certi frangenti (come quando si è fermato per infortunio Tsygankov) di abiurare e passare al 3-5-2, aumentando la densità in area di rigore, lasciando campo a Miguel Gutierrez sulla sinistra e rafforzando la difesa con Blind assieme a Lopez e Krejci. I risultati, però, lasciano a desiderare e lo 0-1 subito dall'Alaves nell'ultima giornata suona come un monito in vista degli ultimi impegni stagionali. Il Girona sembra tornato mestamente nella sua dimensione, dopo due annate sopra le righe.
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Per ora l'unica cenerentola che si sta riconfermando come una squadra che lotta per la Champions...