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    'Gioca Kakà!', a Orlando la partita inizia in ritardo.  In Brasile lo vogliono, ma...

    'Gioca Kakà!', a Orlando la partita inizia in ritardo. In Brasile lo vogliono, ma...

    • Stefano Benzi
    È sempre Kakà: il rientro del brasiliano, assente dal 5 marzo scorso per un infortunio muscolare e per altro brillantemente sostituito dal giamaicano Barnes e dal canadese Larin, capaci di portare Orlando City al comando della classifica a suon di gol e senza sconfitte, ha fatto subito notizia in MLS. È bastata qualche inquadratura prima della partita e vederlo riscaldarsi con i compagni che sarebbero entrati in campo, a scatenare l’entusiasmo. A Orlando è successo qualcosa di difficilmente immaginabile in Italia: quando Kakà è salito sul terreno di gioco la gente è letteralmente impazzita e ha scattato una quantità mostruosa di foto, inondando i social network di messaggi. I tifosi dei porpora che pensavano di starsene a casa o in spiaggia per una partita non di cartello contro i Colorado Rapids, si sono precipitati allo stadio. Al punto che i cancelli sono andati in tilt per le lunghe code e l’organizzazione, con l’ok dell’MLS, ha posticipato il calcio d’avvio di quasi venti minuti per smaltire l’accesso allo stadio. 

    La beffa è stata che Kakà non scende in campo a inizio gara: ma parte dalla panchina. Evidentemente il suo test prima della partita ha consigliato prudenza e Orlando si è ripresentata con il solito modulo e con Barnes e Larin a interagire con Higuita, Perez Garcia e Johnson. Al 60’ quando Orlando era ancora ferma sullo 0-0, preda di una gara sterile e inconcludente, Kakà – che indossa immediatamente la fascia di capitano - entra in campo insieme a Rivas e stravolge la partita. Impressionante l’accoglienza del pubblico: una standing ovation così, sulla fiducia, di almeno cinque minuti, un boato continuo a ogni tocco di palla del brasiliano.

    La partita cambia registro immediatamente: l’1-0 viene firmato proprio da Rivas mentre Kakà corre, taglia il campo, offre assist e calcia a rete con estrema disinvoltura. Il gol lo sfiora almeno due volte e poi lo centra con una facile conclusione a rete dopo che Larin aveva colpito il palo. Lo stadio di Orlando impazzisce letteralmente: la squadra, fondata con tanti investimenti importanti e che da quest’anno gioca in uno stadio nuovo di zecca ma che con i suoi 25mila posti rischia di non poter accogliere tutta la passione di una città che è arrivata anche a 62mila paganti nel Citrus Bowl, ha ritrovato il suo giocatore simbolo. Dal Brasile si sono mossi in parecchi (Gremio ma anche il San Paolo) per riprendersi Kakà. Ma a quanto pare l’ex milanista non ne vuole sapere: “Qui sto benissimo e sta benissimo anche la mia famiglia, siamo dei privilegiati e viviamo una vita meravigliosa in una città bellissima. Tra poco ci incontreremo per parlare del futuro ma non ho problemi a prolungare il mio contratto”. Per lui, che guadagna più dallo sfruttamento della sua immagine e da un paio di contratti pubblicitari stratosferici, sarebbe già pronto un altro contratto biennale. E la squadra, prima assoluta in MLS, insegue il sogno del suo primo playoff. 

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