Getty Images
![Gimenez come Shevchenko e benedetto da Ibrahimovic: l'ultima missione per essere tutto ciò che il Milan cercava](https://cdn.calciomercato.com/images/2025-02/gimenez.milan.verona.2024.2025.2800x1680.jpg)
Gimenez come Shevchenko e benedetto da Ibrahimovic: l'ultima missione per essere tutto ciò che il Milan cercava
- 44
Senz’altro, l’adattamento a una nuova realtà non è semplice per nessuno. Cambia lo stile di vita, cambiano i compagni, cambia l’ambiente. Il tempo per adattarsi è poco, il mondo del calcio corre veloce e ogni tre giorni bisogna essere preparati per scendere in campo, dare il massimo e centrare l’obiettivo. Soprattutto se sei un centravanti (ruolo che, in via Aldo Rossi, aveva un disperato bisogno di un proprietario, di un protagonista principale) e il tuo trasferimento ti porta al Milan, club storico per il quale la vittoria dovrebbe essere sempre il fine ultimo, in una stagione complicata dove bisogna rincorrere in Serie A, recuperare in Europa e provare a portarsi a casa un altro trofeo per arricchire una bacheca (magari con quella Coppa Italia che manca da 22 anni) già riempita dalla Supercoppa Italiana di gennaio in Arabia Saudita.
Gimenez si è calato nella parte e ha compreso immediatamente la missione per il quale è stato chiamato a prendersi sulle spalle l'attacco del Milan. Certo, c’è chi dirà che la sua condizione fisica non sia ancora impeccabile, che dal punto di vista tecnico non sia ancora pulitissimo (ci sono ampi margini di miglioramento) e che le occasioni create dall’intero ingranaggio offensivo meneghino siano state ridotte al lumicino. Ibrahimovic, in tal senso, è stato chiaro: bisogna fare in modo di aiutare Santiago a essere incisivo e decisivo per questo Milan. Per permettere al messicano di dare il 100%, è tutto il motore della formazione di Conceicao che si deve mettere in moto. Alzare l’asticella è fondamentale. L’ingresso di Leao, di Jimenez hanno permesso che questo movimento prendesse piede e che Gimenez sfruttasse l’unica reale occasione utile per segnare. Detto, fatto.
Ed è proprio la partita di ieri che porta l’intero comparto societario e tecnico del Diavolo ad avere buone speranze per il futuro. Diamo un occhio a qualche dato e alla sua heatmap. È indubbio che l’ex Feyenoord abbia cercato spunti anche al di fuori dell’area di rigore: si fa cercare per le sponde, prova a smistare qualche pallone per creare superiorità numerica attraverso il possesso. Ma è quanto fatto in area che lascia quella sensazione dolce all’ambiente meneghino: Gimenez riempie l’area di rigore avversaria, lotta con la retroguardia avversaria, cerca sbocchi per sfruttare lo spazio in profondità, crea movimento, dà la sensazione di poter essere pericoloso.
Ma andiamo maggiormente in profondità. Il Milan ha calciato nello specchio della porta gialloblù in tre occasioni, una di queste sfruttate grazie al colpo di testa del messicano su assist al bacio di Leao, servito da Jimenez. In generale, Gimenez ha avuto complessivamente solo tre palloni a disposizione in area di rigore: una rete annullata per posizione iniziale di fuorigioco, un passaggio in orizzontale per la grande chance sprecata da Musah e, come già specificato, il gol che ha deciso la sfida e permesso alla squadra di Conceicao di portare a casa i tre punti. La sua heatmap ci mostra di come Gimenez abbia passato la maggior parte della sua partita in piena area di rigore, addirittura nell’area piccola, negli 11m finali del rettangolo verde di gioco. Ed è esattamente questo che mancava al Milan in questi primi sei mesi: un centravanti che sappia segnare, che viva in maniera ossessiva per il gol, che stia in attacco. Senza nulla togliere né a Tammy Abraham (prima alternativa a disposizione) né ad Alvaro Morata (trasferitosi al Galatasaray), questo step in più era quanto di più necessario per le ambizioni rossonere. Ne ha dato prova in casa col Verona, l’aveva già dimostrato a Empoli: Gimenez è un finalizzatore puro, un centravanti che attacca la profondità, che sfrutta gli spazi alle spalle dei difensori, che si butta dentro e che ha bisogno di segnare. Una qualità da sfruttare, un killer instinct.
Segnare è tutto, l’ha detto lo stesso Gimenez. Ma la benedizione è arrivata anche dall’alto – della posizione gerarchica in società -, quando a ESPN Mexico, Ibrahimovic ha parlato così: "Ha avuto un grande impatto, in campo e fuori. Adesso ha fatto il secondo gol nella seconda partita in campionato. Sta bene ed è felice: lo stiamo aiutando a fare il meglio possibile. Oggi ha fatto due tiri in porta, due gol: uno fuori gioco e l'altro di testa. È un killer, quando entra in area fa gol. Questo è Gimenez, deve stare in area pronto, avere pazienza e aspettare i momenti che arrivano. Deve utilizzare le sue qualità in area, ma anche fuori area gioca bene".
E ora questo istinto da predatore va sfruttato, valorizzato. Martedì sera, il Milan è atteso da una sfida di fondamentale importanza per il suo cammino stagionale: a San Siro arriva il Feyenoord e la missione diventa ribaltare l’1-0 dell’andata e centrare gli ottavi di finale di Champions League, obiettivo sfuggito dalle mani nella fase campionato in quel di Zagabria. A Rotterdam, complice sia una prestazione sottotono del Milan che l’emozione del ritorno nello stadio che l’ha applaudito sino a poche settimane fa, il messicano non è riuscito a fare ciò che sa far meglio. Ma fra due giorni non ci sono scuse: la qualificazione passa anche dalla sua partita e dai suoi gol. E per un giocatore che ha già centrato un primato in maglia rossonera - è diventato il terzo giocatore ad andare a segno in ciascuna delle prime due presenze di Serie A con il Milan nell’era dei tre punti a vittoria, tra coloro al debutto assoluto nella competizione, dopo Andriy Shevchenko nel settembre 1999 e Christian Pulisic nell’agosto 2023 – non ci si può che aspettare nient’altro che questo: che la sua ossessione sia il lasciapassare per le migliori 16 d’Europa.
Tutti gli AGGIORNAMENTI in TEMPO REALE! Unisciti al canale WHATSAPP DI CALCIOMERCATO.COM: clicca qui
Commenti
(44)Scrivi il tuo commento
L'importante che segni e si trovi al posto giusto, col Feyenoord mi ha deluso, anche col Verona h...