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Giampaolo: 'Milan, avanti con le mie idee. Mercato? La dirigenza sa cosa serve. Su Suso e Bonaventura...'
SULLA PARTITA DI UDINE: "In realtà avevo detto che saremmo stati competitivi, ma mi aspettavo quella partita. Un'Udinese che si sarebbe messe di contrapposizione, giocando di rimessa. Io penso che il Milan non può avere quell'atteggiamento tattico, deve giocare nella metà campo avversaria. Non era per mancanza di volontà ma di conoscenze, ho bisogno di tempo e penso che sarà il nostro primo alleato. Si è ritrovata in step e momenti diversi, poi l'essenza rimane quella: se un giocatore è forte è forte. La squadra si applica, la sento fidelizzata'.
SU PIATEK: "Se giochi nella metà campo avversaria, non è un problema di profondità ma di spazi. E' una questione di conoscenze".
SUI SUOI PRIMI 50 GIORNI AL MILAN: "Le partite sono toste tutte, il fatto che ci saranno 60000 spettatori è positivo. Chiedo umilmente di avere pazienza, il Milan dovrà fare il Milan, non essere attendista ma proporre il gioco. Poi ci sono anche gli avversari, ma la mentalità deve essere quella".
SULLO SCHEMA TATTICO E BONAVENTURA: "Non è un questione di numeri ma di interpretazione. Bonaventura è un giocatore molto forte, ma indietro di preparazione. Deve avere pazienza".
SU COME HA VISTO I SUOI RAGAZZI IN SETTIMANA: "I calciatori non devono mai aver paura di sbagliare, si devono divertire durante la partita. Devo esaltarmi nella partita, i calciatori lavorano bene perché sono professionisti di alto livello. Ho zero timori, il tuo termometro è l'atteggiamento della squadra'".
SUL CONFRONTO CON LA DIRIGENZA: "Abbiamo parlato della partita, ho già detto che loro sono stati grandi calciatori e capiscono le dinamiche. Ci siamo confrontati ma la partita è chiara, non c'è bisogno di chissà che cosa per capire che le cose che abbiamo fatto bene e quelle male. Da lì si va avanti per costruire uno step di lavoro migliore".
SULLE DIFFICOLTA CONTRO LE SQUADRE CHE SI CHIUDONO: "C'è da lavorare insieme, ho iniziato il ritiro con tanti primavera. Poi è sempre il calciatore che esalta il pensiero, l'atteggiamento e la mentalità. Non voglio essere ripetitivo: se voi pensate che domani arriverà un giocatore al Milan e gioca subito, non lo farà mai. Io ho un'altra caratteristica di lavoro diversa, quando contesto la chiusura del mercato è per questo. Pezzella gioca contro di noi e poi va a Parma, non va bene. Dal punto di vista del lavoro non è congruo".
SUL RICORDO DI BRESCIA: “Sono passati sei anni, mi ricordo poco. Il Brescia è una buona squadra, ricorda molto la mia Sampdoria. È una squadra ben organizzata. Sarà una partita da giocare bene”.
SUL PLAY: "Bennacer è arrivato tardi, Biglia stava facendo bene ma si è fermato. La scelta cade su Hakan Calhanoglu".
SU SUSO E IL CAMBIO DI POSIZIONE: "Domani vedrete dove giocherà. Alcune volte sono sciocco, altre di talebano perché cambio poco. Io vado avanti per un'idea di calcio".
SULL'ULTIMO COLPO: "I miei dirigenti sanno cosa fare, se c'è da fare. Vedono gli allenamenti, fanno le valutazioni, io alleno la squadra al meglio delle mie possibilità. Sapranno loro cosa fare, dentro ci sono delle dinamiche che non conosco. Io devo pensare ad allenare".
SULLA MANCANZA DI TEMPO AL MILAN: "In linea generale c'è sempre poco tempo, ma io devo andare a prenderlo comunque. Io non salto step, ma fisso principi e comportamenti. Me lo vado a prendere comunque. Non derogo da un percorso che devo fare".
SULLE DICHIARAZIONI POST PARTITA CONTRO L'UDINESE: "Sono state strumentalizzate. Posso cambiare le i giocatori ma non le idee. Se ho un giocatore con certe caratteristiche posso spostarlo o non farlo giocare ma non cambio il pensiero originario del modo di fare le cose. Non è un segnale di debolezza".
SU KESSIE E BORINI: "Dobbiamo parlare anche di condizione fisica e poi si parla di integrare i giocatori in un pensiero collettivo. Oltre all'integrazione in questa squadra bisogna parlare di condizione e il discorso è più ampio rispetto al giocatore stesso. Borini non ha saltato un allenamento, stava bene e ha giocato lui. Il Milan non può pensare di avere undici titolari. Ogni giocatore deve portare un pezzettino di plusvalore a quello che è l'interesse superiore rispetto a tutti che è la squadra che sta al di sopra. Ognuno di noi deve contribuire affinchè si raggiunga il massimo dei risultati".
SULLA MANCANZA DI CENTIMETRI IN ROSA: "Il goal preso è figlio di un errore di posizionamento. Anche lì abbiamo rivisto i centimetri, ma non tutte le squadre sono dotate di giocatori alti 1.90 che a me non piacciono perchè solitamente più sono alti e meno sanno giocare. Anche lì abbiamo un'organizzazione difensiva che ci deve permettere di far meglio le cose. Se subisci goal sul gioco aereo chiami in causa i centimetri ma non bisognava far partire il giocatore con quella rincorsa".
SUL RUOLO DI CALHANOGLU E LA FORZA DELL'ATTACCO: "Il trequartista è un attaccante per duttilità e spirito di sacrificio ed è un giocatore di qualità. Ecco perchè Suso può giocare lì ma deve avere la caratteristica dell'attaccante. Non penso ad un trequartista che sia centrocampista, ad eccezione di qualche partita che va contestualizzata. Gli attaccanti lavorano, sono bravi ed io devo tirare fuori il massimo".