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    Giaccherini: 'Conte non è difensivista, Inter provinciale come la Juve'

    Giaccherini: 'Conte non è difensivista, Inter provinciale come la Juve'

    Il centrocampista del Chievo (serie B), Emanuele Giaccherini ha dichiarato in un'intervista alla Gazzetta dello Sport: "La bellezza è sempre figlia del risultato. Nessuno tra un mese si ricorderà del difensivismo, o presunto tale, di Inter-Sassuolo, ma tutti parleranno solo dell'ennesimo scudetto di Conte. L'Inter ha ragionato da provinciale, come spesso ha fatto la Juve negli ultimi 9 anni. Per superarle, anche le piccole vanno affrontate con umiltà, ma è ingiusto guardare solo a mercoledì: quest'anno l'Inter è spesso dominante e crea tantissimo. Non conta tanto se col Sassuolo hai fatto il 30% di possesso, ma conta che hai preso 3 punti. E valgono come quelli della partita contro la Juventus che è stata stradominata". 

    "Nell'Inter di Conte rivedo lo stesso tecnico di Juve e Nazionale. Cambiano gli interpreti, ma non il gioco, la ferocia e la fame di vittoria. Il suo essere un martello. Ancora una volta ha plasmato una squadra a sua immagine. Lìanno scorso ha ridotto il gap con la Juve, quest'anno completa il lavoro. E no, non gli serve andare in un centro estetico... Ovunque va, fa capire la sua mentalità e tutti recepiscono in tempi rapidi. La bellezza è la personalità, il carisma: dà tanto ai calciatori e i calciatori danno tanto a lui. È un perfezionista, dagli allenamenti al campo, tutto viene studiato nei dettagli. A volte le ciambelle non riescono col buco e in Champions non è andata bene. Ma alla lunga in campionato il suo lavoro viene sempre fuori". 

    "Non è un difensivista, perché il suo 3-5-2 è più un 3-3-4. I suoi esterni sono attaccanti aggiunti: interpreta il modulo in maniera offensiva. E poi che vuol dire difensivista? Allora anche altri vincenti come Allegri o Mourinho sarebbero difensivisti? In realtà, ogni tecnico ha il suo modo di interpretare il calcio per vincere. A inizio anno può darsi pure che abbia provato ad evolvere il suo credo, ma ha visto che non arrivavano i risultati sperati per colpa dei troppi gol presi. A quel punto è tornato alle vecchie certezze. Per vincere devi subire poco, è una legge matematica". 

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