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Ghirardi, risponda a queste 6 domande
Come ha fatto, presidente Ghirardi a vendere il Parma calcio ad una società che ha prima comprato e poi effettuato tutte le verifiche sulla correttezza dei numeri di bilancio. Da che mondo e mondo prima si controlla la veridicità dei dati poi si compra.
Come è possibile che il bilancio del 2014 del Parma calcio produce una perdita di oltre 13 milioni di euro, mentre la sua controllante la eventi sportivi chiude con un utile di oltre 3 milioni?
Secondo Lei come mai cambiano proprietari, presidenti, arrivano prima russi, poi ciprioti, albanesi infine lombardi forse sloveni, ma l'unico a rimanere al suo posto è il Suo braccio destro Leonardi? Signor Presidente Lei dice che ha chiuso con il calcio dopo l'esclusione dall'Europa League, ma il punto di penalizzazione preso dal Parma quest'anno riguarda mancati pagamenti Irpef antecedenti a questa decisione. Forse era già Sua intenzione mollare tutto ancor prima, e non lo fece semplicemente perché non se lo aspettava neanche Lei il miracolo di Donadoni e della squadra l'anno scorso.
Non sarebbe stato più logico vendere i prezzi pregiati nell'inverno del 2013 quando la squadra era già salva e poteva rientrare dei suoi investimenti e cedere il Parma con tutta tranquillità?
Nella sua ultima apparizione a Sky all'inizio di gennaio ha dichiarato che Taci è un suo amico e che i parmigiani lo avrebbero ringraziato per avergli venduto il Parma. A distanza di meno di un mese la pensa sempre così?
Lei pensa che in questo momento, ad una settimana da un possibile fallimento, ci sia veramente qualcuno disposto a spendere 50 milioni per rilevare una società ormai in serie B, quando basterebbe aspettare quest'estate e ripartire da zero spendendo pochi euro come fece Della Valle con la Fiorentina?
La paradossale situazione del Parma calcio passato per la seconda volta nell'ultimo decennio dalle stelle alle stalle in brevissimo periodo pone l'attenzione soprattutto su chi comanda le sorti del nostro calcio. In un epoca dove persino i forzieri svizzeri stanno per essere violati, con le Banche elvetiche costrette a comunicare i nomi dei loro correntisti, sembra che solo nei palazzi del calcio non ci si interroghi su chi siano i reali proprietari delle squadre e da dove arrivino i loro capitali.
Attilio Rapaci