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    Germania, quanti talenti! Pure troppi...

    Germania, quanti talenti! Pure troppi...

    • Stefano Benzi
    La Germania riesce sempre a sorprendermi in senso positivo: mi sto preparando a quella che sarà una lunghissima estate di campionati giovanili un po’ a tutti le latitudini e di tutte le età e in queste ultime settimane ci sono stati alcuni match amichevoli davvero interessanti. Ho avuto la fortuna di commentare la Germania quattro volte: due la Under19 e due la Under21. E ho perfettamente capito quello che il direttore tecnico Frank Kramer intendeva quando ha detto… “abbiamo talmente tanti di quei talenti che corriamo il rischio di perderne per strada qualcuno, e sarebbe un peccato”. Al momento la Germania gioca con un’Under 21 che si appoggia su una scelta obbligata di ventitre giocatori: ma quelli selezionati e visionati nei vari camp sono stati più del doppio e posso garantire che tutti quanti valevano una maglia da titolare. Ragazzi già in prima squadra in club come l’Hoffenheim, il Mainz, il Norimberga o il Wolfsburg e a un passo dall’esordio anche con Borussia Dortmund e Bayern Monaco. I due centrali difensivi Mayer e Awoudja sono già giocatori da prima squadra in Serie A, idem Menzel – portiere titolare – e il suo secondo Schaffran. Poi ci sono i fenomeni: Johannes Bender dell’Hoffenheim ha diciotto anni e la testa di un play con dieci anni di esperienza in più. Diciamo che ha imparato molto in fretta ma il DNA ha fatto la differenza. Con caratteristiche come le sue ci nasci. La stessa cosa si può dire per Warchewski, attaccante del Preussen Munster e per i due laterali, Tomic e Shinopski, entrambi del Kaiserslautern che sta cercando di tenerseli almeno un paio d’anni prima di dover rispondere al mercato. C’è da perderci la testa. 

    Tre squadre, U21, U19 e U17 che giocano lo stesso identico modulo della nazionale maggiore di Löw e lo fanno splendidamente, adattando i talenti a una filosofia generale. In tutto circa 150 tra ragazzi convocati per i camp e le amichevoli prima di scegliere quelli che andranno all’Europeo. Una qualità straordinaria che è portata dal lavoro dei club che hanno investito davvero e sul serio sul settore giovanile. Un lavoro che prosegue da una quindicina di anni e che oggi diventa evidente in modo quasi umiliante. Altri paesi stanno seguendo lo stesso esempio da anni: la Spagna, l’Olanda (forse addirittura anche da prima), la Francia, la Repubblica Ceca… ma anche la Danimarca, la Svizzera, l’Ungheria. Ognuno nel suo piccolo coltiva nel modo migliore possibile quello che ha. “La Germania ha un’abbondanza tale di talenti che l’unico rischio è quello di sprecarli, i club hanno seguito un esempio offerto dalla Federazione e hanno capito che l’unica soluzione per diventare tutti più grandi era costruire dei grandi settori giovanili. Il resto è stata una conseguenza” dice Kramer, che per resto intende le semifinali mondiali perse e il Mondiale stravinto in Brasile. 

    L’Italia, qualificata per l’Under 17 che comincerà il 3 maggio e per l’Under 21 che si terrà a luglio, dovrà dimostrare che la propria organizzazione è comunque funzionale. Anche qui i talenti ci sono: ma l’impressione, per lo meno la mia, è che si notino molto, ma molto meno. 

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