Genoamania: 125 anni di calcio in Italia! Auguri Vecchio Balordo
Il 7 settembre 1893 veniva ufficialmente fondato da 25 gentiluomini inglesi il Genoa Cricket and Football Club e con esso nasceva lo sport che nel secolo e un quarto successivo avrebbe letteralmente fatto impazzire un'intera Nazione.
Nei piani di Mr James Spensley e soci il calcio, che ancora non si chiamava così, doveva essere soltanto una disciplina secondaria tra quelle proposte dall'allora neonato sodalizio. Come si può facilmente intuire dal nome dato al nuovo soggetto sportivo l'obiettivo principale era la diffusione e la pratica del cricket. Un'intenzione presto ribaltata dall'entusiasmo che il pallone di cuoio porterà in tutto lo stivale.
In 125 anni di vita la storia del Genoa più che a quella del Grifone che gli fa da simbolo può essere paragonata a quella di un altro uccello mitologico. Proprio come la Fenice il Vecchio Balordo, soprannome affibbiatogli dal maestro Gianni Brera, ha sempre saputo rinascere dalle proprie ceneri. Pur non riuscendo mai a tornare ai fasti delle sue origini, probabilmente nessun altro club in Italia può vantare un curriculum fatto di rovinose cadute e sorprendenti risalite come quelle inanellate dai rossoblù.
In tutto questo sali e scendi di emozioni c'è sempre stata una sola vera costante, quella rappresentata dai tifosi. In una città che supera a stento il mezzo di abitanti e che deve dividere il suo cuore a metà tra le due realtà calcistiche locali, il popolo genoano non ha mai fatto mancare il proprio sostegno a quei due colori che ricordano non a caso le vie arteriose che portano il sangue al muscolo cardiaco.
"Ti amerei anche se vincessi": in questa frase letta più volte nel Tempio di Marassi e che suona come un ossimoro sta in realtà racchiusa tutta la passione del tifoso rossoblu. Una passione tramandata di generazione in generazione e che non sembra conoscere crisi, infischiandosene di chi indossa quella maglia, siede su quella panchina o ne dirige la scrivania. Il Genoa c'è da sempre è sempre ci sarà, almeno finché un pallone rotolerà per i prati verdi del Belpaese. E non importa che si vinca o meno. L'assillo di riempire ad ogni costo la bacheca in ogni stagione lasciamolo pure ad altre realtà. A noi basta sapere che il Grifone è lì dove è sempre stato: su un campo da calcio. Da prima di tutti.