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Genoamania: un punto strappato con cuore e testa. Ciò che servirà nel derby
Un punto d'oro che vale ben di più del piccolo passo in avanti compiuto in classifica. L'1-1 del San Paolo è un mattone probabilmente decisivo nella rincorsa ad una salvezza non ancora certa ma da ieri sera molto più vicina. Non è una questione di matematica bensì di risposte, quelle che tutto il mondo rossoblù attendeva e che ieri sono per fortuna arrivate. A cominciare dall'atteggiamento della squadra, finalmente compatta e concentrata anche e soprattutto dopo l'evitabile follia di Sturaro.
Al di là delle prodezze dei singoli, di un Radu in versione Elastic Man, di un Pandev che nel suo vecchio stadio ha riportato indietro le pagine del calendario di qualche anno, di un Lazovic finalmente incisivo sottorete, di un Kouame apparso in ripresa dopo gli appannamenti dell'ultimo periodo, da sottolineare c'è soprattutto una prova corale di carattere. Ennesima dimostrazione di come l'atteggiamento collettivo conti ben di più delle singole individualità. A differenza di mercoledì con l'Inter, ieri si è visto un Genoa messo in campo con raziocinio, nel quale ognuno era chiamato solo ed esclusivamente a fare ciò che meglio sa fare. Merito di Prandelli dunque che ha saputo smentire se stesso e il mercato di gennaio, non avendo paura di ripescare dalla naftalina giocatori come Veloso e Pandev da troppi dati per bolliti. Ma merito anche a chi è sceso in campo dimostrando con i fatti di voler cancellare le pessime figure dell'ultima settimana.
Una mentalità quella vista contro il Napoli che dovrà essere replicata tra 6 giorni, per invertire una tendenza che dura da tre lunghi anni. Da troppo tempo il derby rappresenta l'unico obiettivo dell'ennesima stagione priva di traguardi. Per riuscire nell'intento non si potrà prescindere dal mettere in campo testa e cuore. Come ieri al San Paolo.