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    Genoamania: voglio undici Lapadula

    Genoamania: voglio undici Lapadula

    • Marco Tripodi
    Il club più antico d'Italia da ieri ha un nuovo primato: quello di riuscire a prendere dopo soli quattro minuti un gol in contropiede, in trasferta, contro un avversario che a differenza sua è quasi con l'acqua alla gola, pur schierando una squadra che più conservativa non si può.

    Scherzi a parte, il Genoa visto ieri pomeriggio al Friuli ha riportato un po' tutti con i piedi per terra dopo l'inaspettata sbornia post-Juventus. Un risveglio prevedibile che tuttavia lascia comunque perplessi per come è avvenuto. Contro l'Udinese in pratica Criscito e compagni sono scesi in campo con 45 minuti di ritardo, regalando la prima parte di gara ai rivali. Qualcuno forse cercherà la spiegazione di tale atteggiamento nella differenza di motivazioni che animavano bianconeri e rossoblù, ripercorrendo vie già battute due settimane fa ma a colori invertiti. In realtà quanto visto ieri non è purtroppo una novità in casa Genoa. Troppo spesso di recente, anche e soprattutto in trasferta, si è assistito infatti ad un grifone dimezzato, in grado di svolgere il proprio compito soltanto per metà.

    Limitandosi ad analizzare esclusivamente la gara della Dacia Arena non si può non constatare come lo schieramento iniziale scelto da Prandelli sia stato assolutamente sbagliato. Una riflessione che viene spontanea non solo col senno del poi ma che appariva poco spiegabile anche prima del fischio d'inizio. Il campo ha insomma soltanto confermato i dubbi del prepartita. Le parole dell'ex CT che prometteva la vittoria come obiettivo della trasferta nel nord-est si sono rivelate un'illusione già alla lettura delle formazioni. Per capirlo bastava dare un'occhiata alla distinta dove il Genoa figurava con una mezza punta a fare il centravanti ed un mediano ad agire sulla trequarti.

    Ma le colpe non sono tutte esclusivamente di Prandelli. Al Friuli si è visto un Genoa molle e spento in quasi tutti i suoi uomini, sosia sbiaditi dei leoni ammirati 14 giorni fa. Gente che è sembrata scendere in campo quasi solo per onor di firma.  Un comportamento che trascende da qualsiasi schieramento ed accorgimento tattico. Prandelli sta provando a fare le nozze coi fichi secchi che gli ha fornito la società ma quelli stessi giocatori spesso sembrano non aver alcuna intenzione di dimostrare di essere frutti ancora appetibili.

    In un Genoa che merita solo bocciature e bacchettate sulle nocche c'è però un'eccezione: Gianluca Lapadula. Che l'ex Milan non sia Gerd Muller è ormai assodato ma dopo mesi di critiche e anticamera bisogna quantomeno riconoscergli il merito di essere stato ieri l'unico a scendere in campo con un minimo di motivazione e voglia di fare.  La sfortuna travestita da traversa gli ha negato la gioia di un gol che manca da troppo tempo ma chissà che il suo ardore non contagi qualche compagno in questo lunghissimo e noioso finale di stagione che ci attende  nei prossimi due mesi.

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