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Genoamania: rivoluzione in dirigenza, Preziosi abdica o restaura il suo potere?
Il secondo ritorno in dirigenza di Stefano Capozucca e il rientro a Pegli dei due figli di Enrico Preziosi, Fabrizio e Matteo, seppur in maniera non ufficiale ma comunque operativa, sono segnali che vengono interpretati in maniera negativa da chi auspica un rapido passaggio di mano della società. I tanti sostenitori del Grifone che attendono con impazienza un nuovo proprietario leggono queste nomine come una restaurazione dell'antico regime da parte del Re dei giocattoli, a loro dire per nulla disposto a cedere lo scettro del comando. Il posizionamento dei fedelissimi preziosiani in alcuni ruoli chiave dell'organigramma rossoblù rappresenta quindi per gli scettici della cessione la riprova di come la trattativa in essere con la York Capital sia in realtà l'ennesimo bluff orchestrato da parte del Joker per tenere a bada quella parte del popolo genoano che da tempo ne reclama la testa.
Una teoria che trova parecchi adepti anche se a ben guardare la situazione può essere osservata anche da un altro punto di vista, diametralmente opposto a questo. Forse davvero questa volta Preziosi si è convinto che il suo tempo al Genoa stia per volgere al termine. Forse gli americani hanno veramente quelle garanzie di serietà ed affidabilità che da sempre il Joker richiede nei confronti di chi si dice disposto a prelevare il club più antico d'Italia. Forse l'offerta arrivata dagli Usa sulla sua scrivania soddisfa in pieno le sue aspettative. Ovviamente sono solo ipotesi di cui noi comuni mortali non possiamo ancora conoscere i dettagli. Ma se ciò corrispondesse a realtà il ritorno in società di tutti gli uomini del presidente sarebbe in fondo il modo più logico per traghettare temporaneamente il Grifone verso il suo nuovo destino. Forse a formare un organigramma vero e proprio ci penseranno altri tra qualche mese.
A noi, come sempre, non resta che attendere lo sviluppo degli eventi. E magari nel frattempo evitare di elaborare congetture che alla fine dei conti lasciano il tempo che trovano.