Genoamania: ma quale Stella. Si pensi prima a salvarsi
Lo sbarco degli americani a Pegli ha permesso di far respirare alla città, o almeno ad una sua buona metà, un'aria fatta d'entusiasmo e di passione come non si riusciva da troppo tempo. Il matrimonio ormai inevitabilmente logoro con Enrico Preziosi aveva del resto svuotato tutti di qualsiasi sentimento positivo. Sentimenti che ora riemergono dall'oblio, ringalluzzendo gli animi di chi per tanti anni ha vissuto in uno stato di perenne depressione calcistica.
L'orizzonte rossoblù è insomma tornato rosa. Ma guardare troppo lontano non permette di concentrarsi su ciò che è vicino. Un oggi fatto di incertezze e di dubbi che promette di sfociare in nulla di diverso rispetto al recente passato. La conferma la si era avuta parzialmente già sabato scorso contro il Verona, per poi essere ribadita ieri pomeriggio a Salerno. Questa squadra ha bisogno di un futuro di speranze a cui aggrapparsi ma prima bisognerebbe cominciare a ricordarsi del presente.
Gennaio è lontano e questa volta i soliti magheggi invernali del Joker non potranno essere di aiuto al Grifone. In ogni caso non si può attendere così tanto per invertire una rotta che rischia di compromettere già dai primi passi il cammino della nuova proprietà. Il Genoa ha bisogno di una svolta che non potendo essere tecnica dovrà essere necessariamente psicologica. E perché no anche lessicale. Il tempo dei proclami è finito. Ora bisogna cominciare a concentrarsi sul presente. In quale modo farlo spetta ai nuovi padroni stabilirlo. Ma certo continuare a parlare di Europa, scudetti e stelle non appare la soluzione migliore per dare una scossa ad una squadra che prima di tutto deve scacciare via i fantasmi. Altrimenti più che ad una nuova era si assisterà all'ennesimo medioevo rossoblù.