
Genoa, da Milito a Veloso: dieci giocatori simbolo del Grifo di Preziosi FOTO
Li abbiamo riassunti in una fotogallery, inevitabilmente parziale, che comprende di fatto l'intero periodo del Joker, dall'estate 2003 a quella 2021.
Gustatevela fino in fondo.

Diego Milito: se l'Inter deve tanto al Principe di Baires, lui deve moltissimo al Grifone. Il protagonista del Triplete nerazzurro iniziò infatti la sua scalata all'Olimpo proprio dalla Marassi rossoblù. Dopo una prima parentesi in B trail 2004 e il 2005, Diego fu il colpo di mercato dell'estate 2008. Una trattativa iconica della presidenza Preziosi, culminata con il celeberrimo lancio del contratto a operazioni ormai virtualmente concluse. Delle 60 reti (in 94 gare!) messe a segno al Grifone i tifosi ne ricordano soprattutto 4: quelle rifiliate alla Samp nell'annata di grazia 2008-09

Thiago Motta: la scommessa forse più azzeccata da Preziosi nell'arco della sua presidenza. Almeno a livello di giocatori. Rilanciato nel calcio che conta dopo una serie di lunghi e interminabili infortuni, l'italobrasiliano diventerà una colonna dell'Euro Genoa di Gasperini prima di ricoprire lo stesso ruolo nell'Inter di Mourinho e nell'Italia di Prandelli. Meno fortunata la sua avventura in panchina. Ma questa è un'altra storia

Mauro Boselli: se cercate la definizione della voce ‘Carneade’ sul dizionario probabilmente troverete la sua foto. A questo non irresistibile puntero argentino sono bastati 7 spezzoni di presenza in rossoblù per entrare di diritto nel cuore dei suoi tifosi. A garantirgli l'immortalità sportiva e il soprannome di Retrocessore la rete decisiva realizzata in pieno recupero nel derby dell’8 maggio 2011 che contribuì alla caduta in Serie B dei cugini blucerchiati

Mimmo Criscito: campano di nascita, come Preziosi, genoano per crescita e vocazione. Lo scugnizzo della Cantera è stato, e rimane, il simbolo della ricchezza del settore giovanile rossoblù. Lanciato giovanissimo in Serie B tornò una prima volta a Pegli dopo la non fortunata parentesi alla Juve, prima di salutare nuovamente nel 2011 per emigrare in Russia. Tornerò dopo 7 anni preferendola via del cuore a quella del denaro, rinunciando ad almeno un paio di offerte prestigiose

Mattia Perin: uno dei portieri più forti in assoluto nella storia del club più antico d'Italia. Il primo estremo difensore rossoblù ad arrivare in nazionale dai tempi del mitico De Pra. Per l'Airone arrivato a Genova da pulcino, oltre 200 presenze in rossoblù, distribuite in otto stagioni e inframezzate dalle altalenanti esperienze con le maglie di Padova, Pescara e Juventus. Nonostante il suo addio definitivo al termine dell'ultimo campionato resta comunque uno dei giocatori più amati dal popolo del Grifone
Omar Milanetto: praticamente un fedelissimo di Preziosi che lo ha voluto spesso al suo fianco anche una volta appesi gli scarpini al chiodo, reinventandogli una carriera da dirigente. Da giocatore era stato alle dipendenze del Joker ai tempi di Como prima di approdare in Liguria nel 2006 per diventare il faro del gioco di Gasperini. Per lui 154 presenze, 10 gol e tanti tanti assist. Ma anche una brutto commiato con i tifosi, salutati, si fa per dire, dopo esserne diventato bersaglio di contestazione per alcuni atteggiamenti non graditi


Goran Pandev: il giocatore simbolo dell'ultima parte della presidenza Preziosi. Il campione affermato, giunto ormai a fine carriera, ma per nulla disposto ad affrontare il viale del tramonto semplicemente svernando davanti al mare della Riviera. Dopo un lungo e difficile periodo di ambientamento, il suo apporto in termini di gol, esperienza e carisma è stato decisivo nel raggiungere le ultime tribolate salvezze
Marco Rossi: per i genoani semplicemente il Capitano. Come Gianluca Signorini. E come lo sfortunato difensore pisano unico altro giocatore del Grifone di cui sia stata ritirata la maglia, nel suo caso quella col numero 7. In dieci stagioni con il Genoa Rossi ha affrontato i polverosi campi di C e gli scintillanti templi d'Europa. Ma la sua esperienza con Preziosi inizio già al tempi del Como. In totale 300 presenze tonde tonde e un presente da club manager della prima squadra


Miguel Veloso: del regista portoghese più che le giocate si ricorda soprattutto il rapporto strettissimo con il presidente. Accolto come il messia al suo primo sbarco a Pegli nel 2010, senza peraltro rispettare a pieno le aspettative, divenne il capro espiatorio di una squadra che non funzionava nella sua seconda esperienza, incominciata nel 2016. L'aver reso Preziosi nonno, dopo averne sposato la figlia, fu visto dai tifosi, ormai in aperta contestazione con l'imprenditore irpino, come un marchio di infamia impossibile da lavare

Rodrigo Palacio: portato in Europa nel pieno della maturità calcistica dopo aver vinto tutto in Sudamerica con il Boca, El Trenza non si fece piegare dalla pesante eredità lasciatagli dal suo connazionale Milito. Prima di seguire le orme del Principe all'Inter, Palacio regalò ai genoani 35 reti in tre stagioni, diventando il giocatore più prolifico in Serie A dell’Era Preziosi