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    Genoamania: m'ou belin comme t'é brûtto

    Genoamania: m'ou belin comme t'é brûtto

    • Marco Tripodi
    Ora la classifica fa davvero paura.
    Per la prima volta dopo quattro mesi il Genoa si ritrova virtualmente retrocesso e anche se la salvezza resta distante appena un punto il timore di non riuscire a raggiungerla comincia ad essere tangibile nell’ambiente rossoblù.
     
    NUMERI DA PAURA - Dal ritorno in campo la compagine di Nicola è l’unica assieme alla Spal (che però ha una partita in meno) a non avere ancora vinto neppure uno dei cinque incontri disputati. La sua difesa viaggia alla media di oltre due gol e mezzo subiti ad incontro e l’attacco segna praticamente soltanto su calci piazzati o sugli sviluppi di essi. Gli unici punti sono arrivati in trasferta ed entrambi grazie ad una doppia rimonta. Aldilà dei numeri, peraltro ampiamente migliorabili, ciò che più preoccupa è tuttavia l’involuzione tattica, fisica e mentale di una squadra che nella lunga pausa pandemica sembra aver smarrito se stessa. Davide Nicola, ieri sera nel post-gara, si è dichiarato soddisfatto della prestazione offerta dai suoi ragazzi contro il Napoli, autori a suo dire della miglior prova del dopo-covid. Ma ha guardare il campo si fa fatica a comprendere il motivo di tanta serenità. Il Napoli attuale è senza dubbio una delle formazioni più in forma d’Italia e il suo tasso tecnico è ampiamente superiore a quello del Grifone. Ma non riuscire a superare la linea di metà campo per quasi un’ora e non essere in grado di fare più di tre passaggi di fila non è certo un segnale incoraggiante. Vero che, come già successo in altre gare, il Genoa è migliorato con il passare dei minuti ma l’autonomia dei rossoblù dopo due settimane di gare non può essere sempre ferma ad appena mezzora di gioco.
     
    OBBLIGO DI SVOLTA - Urge un’inversione di marcia repentina e perentoria. Anche perchè ora il calendario pone i rossoblù davanti al momento chiave della stagione. Le prossime quattro sfide saranno altrettanti scontri diretti a cominciare dall’incrocio di domenica con la Spal per finire col derby del 22 luglio, passando attraverso le gare con Torino e Lecce. Qui si deciderà la stagione del Genoa. Fare proclami, tabelle e previsioni non serve più. Ora conteranno soltanto i punti. Il più possibile. La salvezza non è una chimera e a differenza di quanto sostengono molti per raggiungerla non è obbligatorio giocare bene. Occorre soltanto fare un punto più degli avversari. Sarà lapallisiano ma è anche ciò che realmente conta. 
     

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