Genoamania: Lodi come Thiago Motta
Un regista mancino per dare classe e gioco al Genoa. Gasperini ci riprova e dopo aver ridato al calcio il talento di Thiago Motta, prova a impostare il suo Grifone sulle capacità di Lodi. Non è facile quel tipo di ruolo nel 3-4-3 e il primo ad accorgersene è stato proprio l’ex Catania abituato a svolgere il suo lavoro in mezzo al campo con due mastini ai fianchi a spomparsi per permettergli di non perdere lucidità. Adesso tutto è cambiato, lo scudiero è diventato uno, troppo poco per dormire sonni tranquilli quando la fatica inizia ad essere evidente.
“Lodi non è sulla graticola”, così Gasperini difende per l’ennesima volta il suo uomo. E’vero ma è evidente che ci si aspettava molto di più. Attese per ora tradite ma siamo ancora all’inizio e il precedente a cui affidarsi non è da poco. Proprio di questi tempi ma cinque anni fa un altro mancino muoveva i suoi primi passi nel Genoa. Si chiamava Thiago Motta, arrivava nel capoluogo ligure con la fastidiosa etichetta di giocatore finito causa infortuni. Gasperini ci lavorò oltre un mese insieme allo staff medico, lo protesse e gli spiegò come muoversi sul campo aiutato dal suo scudiero che all’epoca di nome faceva Iva Juric. I tifosi aspettarono e fecero bene. Thiago Motta il 19 ottobre esordì a Marassi, dieci giorni dopo segnò la prima rete in serie A e da lì partì la favola rossoblù che si concluse qualche mese più tardi con il ritorno in Europa.
Non è facile per un tifoso aspettare, ancora più difficile lo è per una allenatore che vede il giocatore con più classe del suo gruppo stentare invece di decollare e portarsi dietro la squadra. Ma se è vero che il passato insegna allora Francesco Lodi va aspettato e aiutato. La situazione è più semplice di quella che coinvolgeva Thiago Motta, in fin dei conti in questo caso Lodi deve solo imparare a conoscere Gasperini.