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Genoamania: il Var serve solo alle grandi
L'ennesima dimostrazione di un sospetto che da tempo aleggia tra i tifosi nostrani la si è avuta ieri sera all'Olimpico. Prima la video assistenza arbitrale è intervenuta scovando un tallone di Piatek in fuorigioco in occasione del gol del 3-2 rossoblù, poi giustamente annullato. Nel finale di gara, però, non si è fatto altrettanto in un episodio ben più palese, quando Florenzi ha commesso praticamente due falli in uno in piena area su Pandev. La decisione dell'arbitro è stata in quel caso irremovibile: non si trattava di rigore. Scelta ovviamente poi smentita da qualsiasi replay ma che misteriosamente solo il signor Di Bello non ha voluto mettere in dubbio.
Adesso i puristi del regolamento ci verranno a spiegare che da quest'anno la discrezionalità arbitrale è stata reintrodotta in alcune decisioni e che guarda caso l'episodio in questione è proprio uno di questi. La verità è che in un calcio in cui i milioni contano sempre più delle passioni tutte le regole vanno scritte in modo da favorire sempre e solo la squadra più forte, o meglio la più potente, tra le due in campo.
Non è questione di Roma o Genoa. Sono convinto che se un episodio simile fosse accaduto tra il Grifone e l'Entella, tanto per fare un paragone recente, il rigore sarebbe stato concesso ai genovesi oppure negato se a reclamarlo fossero stati i chiavaresi. Viceversa se l'avversario dei giallorossi non fosse stato il Genoa ma un club mediaticamente più potente di quello di Pallotta si sarebbe subito corsi a consultare il Var.
Una delle componenti fondamentali che hanno contribuito all'esplosione planetaria della disciplina calcistica è stata proprio l'imprevedibilità dei suoi risultati. Il calcio è forse l'unico sport di squadra nel quale una formazione notevolmente meno attrezzata di un'altra può seriamente pensare di vincere in uno scontro diretto. Un elemento che piano piano si sta lentamente cercando di eliminare, provando a far vincere sempre e solo i soliti noti. E il modo in cui viene utilizzata la Var è senza dubbio una scelta che va in questa direzione.
Sono passati 70 anni da quando Orwell scrisse uno dei suoi capolavori. Ma l'impressione è che oggi come allora la legge per alcuni sia molto più uguale che per altri.