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    Genoamania: la rivincita del Gasp nell'anno zero del Grifone

    Genoamania: la rivincita del Gasp nell'anno zero del Grifone

    • Marco Tripodi

    Chi pensava che il punto più basso di un campionato orribile fosse stato toccato due mesi fa a Pescara, oggi si è dovuto ricredere.
     

    UMILIAZIONE - Dopo otto anni il Genoa è tornato ad essere umiliato in casa, davanti al proprio pubblico, incassando cinque sberle quasi senza batter ciglio. All'epoca fu l'Inter di Mourinho a passeggiare sul Grifone. Oggi è stata l'Atalanta di Gian Piero Gasperini. E sapere che ad infliggerti questa punizione pesantissima è stato colui che dieci mesi fa era stato cacciato via come un appestato, da una società che oggi sembra non sapere più a quale santo votarsi, fa ancora più male.

     

    Una nemesi degna del miglior sognatore per il tecnico di Grugliasco, un incubo ad occhi aperti per ogni tifoso rossoblu, ma anche per il suo contestatissimo presidente.

     

    Quello al quale abbiamo assistito questo pomeriggio al Ferraris non è solamente lo sbando di una squadra che ormai da tempo ha perso qualsiasi ambizione nei confronti di questo torneo. E' la resa totale di un gruppo che semplicemente non ha idea del perché scenda in campo. Non basta la differenza di motivazioni delle due squadre per giustificare un'imbarcata simile. A far riflettere è soprattutto l'assoluta mancanza di amor proprio e di orgoglio di un collettivo che chiaramente sta tirando a campare, in attesa che arrivi l'estate e con essa la fine di un calvario chiamato Serie A.



    RESPONSABILITA' - Molti addosseranno le colpe a Mandorlini, come le addossarono a Juric a suo tempo. Ma oggi come allora l'allenatore è il meno responsabile di questa situazione. Pur nella carenza di idee, il tecnico romagnolo ha provato a mischiare le carte a sua disposizione, operando qualche mossa a sorpresa rivelatasi vana. E questo forse fa ancora più riflettere, perché non si vede una via d'uscita da una situazione disperata.

     

    IL BUIO OLTRE LA SIEPE - Se il presente è grigio, per il Genoa il futuro è addirittura ancora più nero. Quel che accadrà dopo il fischio finale di questa stagione è facilmente prevedibile. Chi potrà abbandonerà una nave ormai alla deriva, sperando che nel frattempo le deplorevobili prestazioni di questo campionato non ne abbiamo irrimediabilmente compromesso il fascino in fase di mercato. Preziosi, dopo l'ennesima durissima contestazione subita da un pubblico esasperato ma sempre pronto a cantare per i propri colori, proverà a cedere il timone di un club sommerso dai debiti e quindi difficilmente appetibile. Chi resterà proverà invece a rimettere assieme i pezzi di un puzzle frantumato, sperando di non far peggio di quanto visto quest'anno. Anche perché non tutte le stagioni le ultime della classe fanno a gara a chi fa meno punti.

     

    L'unica certezza sarà ancora una volta il popolo rossoblu. Un pubblico capace di inneggiare ai propri colori anche con la squadra surclassata da un avversario che per quanto forte non è certo il Barcellona o il Bayern Monaco. E' da qui, dal popolo genoano, che si dovrà ripartire per forza di cose.

     


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