Genoamania:| La faccia migliore del calcio
Quanto è difficile oggi parlare di calcio a Genova. La città che solitamente si nutre di pallone oggi è piegata dal fango e bagnata dalle lacrime di chi ha perso tutto in pochi secondi. Genova si è stretta intorno a quei maledetti fiumi che in un momento di follia si sono portati via tutto. Genova piange, ma non si abbate. Lavora, duramente e incessantemente, per tornare Superba. I cittadini, giovani e meno giovani, si ritrovano uniti a spalare quella melma che si infila dappertutto e che diventa unico nemico di una città che ancora una volta vuole rialzarsi e tornare più forte di prima. I tifosi si stringono attorno al bene primario, Genova, divisa nella rivalità, ma unita come non mai nel momento del bisogno. Tutti si sporcano le mani e il calcio rimane lì, alle spalle di tutto, per una volta al suo posto, marginale nella vita e non solo nelle disgrazie.
Non si gioca a Genova, non lo fanno né grandi né piccoli, perché il dolore della tragedia è vivo. Non si gioca a Genova perché per una volta il calcio dello 'show must go on' non può voltarsi dall'altra parte. Lo stadio Ferraris, cuore pulsante della Genova calcistica, è a pochi passi da dove i due torrenti hanno esondato trascinandosi dietro tutto quello che incontravano davanti alla propria corsa. Lì non si poteva proprio giocare. Per una volta la decisone è stata presa tempestivamente, senza che nessuno potesse neanche provare ad abbaiare la misera e inutile polemica del 'bisogna andare avanti', magari adducendo come scusa quella di voler dare un segnale di forza e vitalità a tutti.
Questa volta il calcio vuole mostrare solamente la sua faccia buona, quella dei tifosi che uniti si battono con pale e stivali contro il fango. Quella delle società che stanno già muovendosi per aiutare in modo concreto quelli che purtroppo ha perso tutto. Per ora basta questo, poi quando il pallone potrà tornare a rotolare sul campo del 'Ferraris', il calcio farà ancora una volta la magia: tifosi e giocatori per oltre un'ora e mezza si dimenticheranno di tutto, getteranno il proprio cuore nella loro più grande passione. L'appuntamento è già fissato: domenica 20 novembre c'è Genoa-Novara. Genova è stata rispettata, ora è ferita ma il prima possibile si rialzerà, e anche il calcio, o meglio la sua parte migliore, potrà dire di aver dato il suo piccolo contributo.