Atalanta, Genoa, Samp: esempio ultrà per Genova
Genova per noi è una città sotto choc per la spaventosa tragedia che l'ha colpita. La città del dolore che piange i suoi morti. La città della rabbia contro tutti quelli che dovevano prevenire il disastro e adesso si lavano le mani nel Bisagno, dicendo che porteranno sempre sulla coscienza le vittime dell'alluvione. Alla gente di Genova basterebbe che portassero via le loro terga dalle poltrone alle quali sono incollati con il bostik.
E' sufficiente leggere il Secolo XIX di oggi per rendersi conto della vergogna del Venerdì Nero: "Un’e-mail inviata alle 15.35, quando l’alluvione si era già portata via sei vite, per raccomandare alle scuole «di custodire gli alunni anche oltre il normale orario scolastico»: è la «comunicazione-beffa», come la definisce in prima pagina Il Secolo XIX di oggi, che racconta della «guerra aperta» tra i presidi e il sindaco del capoluogo ligure, Marta Vincenzi. È l’ultimo atto della polemica sulla mancata chiusura delle scuole , che ha scatenato la contestazione nei confronti del primo cittadino, invitato da più parti alle dimissioni.Ieri le prime ammissioni che qualcosa non è andato come doveva, nella gestione dell’emergenza («avrò per sempre quei morti sulla coscienza», ha detto la Vincenzi), ma anche la ferma intenzione di andare avanti: «Lasciare la città in queste condizioni sarebbe vergognoso». Nella difesa del proprio operato, c’è anche una circolare che l’amministrazione comunale ha invitato alle scuole il giorno prima della tragedia, che parla di un «laconico preavviso dello stato di allerta». Poi l’e-mail del giorno dopo, quando il peggio era ormai già accaduto. Una comunicazione che, per altro, molte scuole non sarebbero state in grado di leggere perché, come raccontato dal Decimonono, «le linee Internet erano in tilt».
Ma Genova è anche la città della speranza, della solidarietà, del sacrificio comune. E, ancora una volta il calcio è in prima fila. Gli ultrà del Genoa e della Samp, ce l'ha raccontato l'avvocato ligure Anna Cerbara con una commossa testimonianza, (http://qn.quotidiano.net/cronaca/2011/11/06/614631-alluvione_genova_calcio_ferma.shtm)l, hanno preso badili e picconi, spalando fango e detriti insieme con i loro concittadini. E alla fine di ottobre erano andati alle Cinque Terre, per fare altrettanto.
Ieri, a Bergamo, sotto la pioggia battente gli ultrà atalantini della Curva Nord hanno promosso una raccolta di fondi per gli alluvionati liguri: un'iniziativa presa per lanciare un messaggio di concreto sostegno ai tifosi rossoblù e blucerchiati. La stessa Curva Nord dell'Atalanta era stata in prima fila per aiutare i terremotati abruzzesi (toccante il gemellaggio con L'Aquila Rugby), le vittime dello tsunami in Asia, gli alluvionati delle Valli Bergamasche. Casomai ce ne fosse stato bisogno, questa è l'ennesima dimostrazione di che cosa sia il mondo ultrà che, troppo spesso, viene ingiustamente criminalizzato e troppo poco viene raccontato quando si rende protagonista di azioni generose.
Roberto Mancini, intanto, si è detto pronto a giocare a Marassi con il suo Manchester City per raccogliere fondi in favore della città che ha nel cuore. Genoa e i genovesi non solo soli. E' giusto che lo sappiano, nei giorni del dolore e dell'ira.