Genoamania:| La mano di Ballardini
Peccato che al Rigamonti ieri non si potesse davvero giocare a pallone, perché la sfida avrebbe rappresentato il vero spartiacque tra il Genoa di Gasperini e il primo vero Grifone di Davide Ballardini. Nonostante la neve qualcosa si è comunque visto. Il tecnico rossoblù è partito fin dall'inizio con il suo modulo preferito, il 4-3-1-2, spazzando via il tridente, elemento che lo teneva ancorato alla visione calcistica di Gasperini. I cambi sono stati innumerevoli, dal ritorno in difesa di Mesto allo spostamento di Kharja nel ruolo di trequartista, fino ad arrivare al posizionamento di Palacio vicino a Luca Toni (da notare come al fischio finale i tre siano stati i migliori in campo).
Sono così arrivate le prime indicazioni su quello che i tifosi genoani dovrebbero vedere nei prossimi mesi: gioco meno veloce ma più equilibrato per non scoprire, soprattutto in trasferta, il reparto difensivo. Meno utilizzo delle fasce laterali andando a colpire l'avversario soprattutto nel centro della difesa, dove vicino a Toni ci sarà sempre una punta di ruolo (la sensazione è che a giocarsi quella maglia saranno spesso Palacio e Palladino, quando quest'ultimo rientrerà in forma). L'impronta di Ballardini, coperta in buona parte dalla neve di Brescia, inizia a vedersi.
Ci sarà ancora molto da lavorare e dovranno essere fissati obbiettivi ben precisi, ma la nuova strada è intrapresa. Quello che manca adesso è un po' di coraggio in più. Contro la Juventus in casa il Genoa ha lasciato per tutto il primo tempo il gioco in mano alla Vecchia Signora, che ne ha approfittato subito chiudendo la gara in appena cinque minuti. A Brescia la partenza è stata incoraggiante: i rossoblù hanno spinto molto fino a metà partita, quando improvvisamente hanno iniziato ad abbassare il proprio baricentro finendo a ridosso della propria area di rigore, rischiando in qualche occasione di capitolare.
C'è una sola cosa che unisce e unirà almeno fino a gennaio i destini di Gasperini e Ballardini: la pessima situazione del centrocampo. Manca un interditore di ruolo che si spera possa arrivare a gennaio, mentre il doppio regista Veloso-Milanetto 'pesa' troppo sui compagni, che spesso sono costretti correre per entrambi. Infine bisognerà risolvere al più presto la situazione del portoghese Miguel Veloso, anche ieri uno dei peggiori. Lasciarlo in panchina non si può, troppo elevato l'investimento e il carico tecnico, ma in questo momento è davvero lontano da essere il giocatore che dovrebbe far fare il salto di qualità al Grifone.