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Genoamania: il calcio pensa solo ai soldi. Proprio come tutti i lavoratori
Il calcio moderno fa schifo a tutti perché pensa solo ai soldi. Questo almeno è il messaggio che si evince sentendo i commenti degli amanti del pallone da salotto o leggendo i comunicati delle tifoserie organizzate.
Il 'si stava meglio quando si stava peggio' sembra essere un mantra in grado di accomunare tutti i calciofili italiani, da chi frequenta regolarmente lo stadio a chi sostiene la propria squadra del cuore dal divano. Un mantra che in periodi di incertezza come quello che stiamo vivendo, anche a livello calcistico, sembra aumentare d'intensità. Ad ascoltare il coro di voci che si leva da ogni latitudine dello Stivale pare che nessuno voglia tornare in campo, a parte i club. E tra loro neppure tutti sembrano convinti.
Dalle Alpi alla Sicilia le tifoserie di tutt'Italia sembrano ribellarsi all'idea che il calcio possa ripartire. Dietro a questa decisione gli ultras ci vedono soltanto mere motivazioni economiche, e in effetti tutti i torti non li hanno. Del resto che uno stop prolungato provocherebbe una voragine nelle casse del sistema-calcio nazionale non è affatto un mistero.
Molti però non sembrano rendersi conto che se ciò avvenisse a rimetterci non sarebbero tanto le star del pallone o i loro dirigenti bensì migliaia di comuni lavoratori che grazie alla terza azienda del Paese ci campano.
Non si capisce perché se tornano a lavorare parrucchieri, bagnini, baristi, avvocati, architetti, non debbano farlo i calciatori e con essi tutti quei professionisti che fanno girare gli ingranaggi del pallone. Per quanto dorato e privilegiato il mondo delle società di calcio non è una bolla autoreferenziale composta da venticinque ragazzotti in brache corte, da un paio di tecnici e da una manciata di dirigenti milionari. In ogni club lavorano centinaia di persone. Gente comune che i riflettori dei palcoscenici televisivi non li ha mai visti e non dispone di conti bancari a cinque zeri. Sono giardinieri, autisti, massaggiatori, magazzinieri, segretari, commerciali. Persone che come tutti gli italiani hanno trascorso gli ultimi due mesi a casa, nella maggioranza dei casi senza percepire un euro.
A loro nessuno sembra pensare mai. Se un ristorante fa di tutto per rialzare la propria serranda nessuno si premura di dirgli che lo fa solo per soldi. Eppure è per quello che si lavora. E ci mancherebbe altro. Ma se fallisce un club con centinaia di famiglie a carico nessuno sembra preoccuparsene.
In fondo è proprio vero che il calcio moderno è un mondo privilegiato. Anche nelle polemiche.