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Genoamania: il sindaco ha ragione. Sul Ferraris bisogna muoversi
Le dichiarazioni del primo cittadino genovese hanno richiamato l’attenzione di Genoa e Sampdoria sull’impianto di Marassi, da oltre un decennio ormai al centro di voci ed intenzioni di restyling mai tradottesi in fatti concreti. Senza usare giri di parole Bucci non si è limitato a ribadire lo stato di messa in vendita del più importante centro sportivo della regione ma ha anche sottolineato come le due società calcistiche non devono necessariamente essere gli unici soggetti interessati all’acquisto. Una frase che è suonata come un tentativo di cancellare il torpore che sembra avvolgere i due club.
Dopo anni di progetti, idee e proposte più o meno realizzabili, lo stadio più antico d’Italia resta una cattedrale inadatta allo scopo per cui è stata concepita: quello di essere uno dei templi del calcio nostrano. I pur importanti interventi migliorativi adottati nei mesi scorsi, soprattutto nella zona della tribuna, non bastano per fare di Marassi un impianto all’altezza dei grandi stadi europei. Servono lavori ben più profondi, in grado di modificare radicalmente la fruibilità e l’accesso ad un impianto che a vent’anni dall’ingresso nel terzo millennio è rimasto ancorato ai clichè del XX secolo. Interventi importanti e costosi che il Comune evidentemente non può permettersi e che invece per Genoa e Samp potrebbero tradursi in un investimento a lungo termine in grado di portare grandi frutti in futuro. E non soltanto alle rispettive casse societarie.
I benefici derivanti dal possedere un moderno stadio di proprietà sono noti a tutti da tempo. Eppure, nonostante ciò, in Italia le società che ne possono disporre si contano ancora sulle dita di una mano. Troppi ostacoli, anche burocratici, sembrano di volta in volta impedire la realizzazione di quella che ormai è diventata una necessità per chi pretende di fare calcio ad alti livelli.
Ma la posizione di Palazzo Tursi, esplicata dalle parole di Bucci, sembra voler abbattere almeno una parte di queste barriere, facendo capire la propria disponibilità a collaborare in maniera fattiva al buon esito della transazione, condizione primaria alla nascita di un nuovo Ferraris. Il sindaco ha insomma lanciato la palla nel campo di Genoa e Sampdoria. Ora tocca a loro raccogliere l’assist e trasformarlo in gol. Sempre che ci sia davvero la volontà di farlo...