Genoamania: Hefti spazza via le paure dei tifosi sulla 777. Come Sheva
Dal mare magnum di calciatori accostati al mercato del Genoa nell'ultimo mese è emerso un profilo inedito, a cui nessuno aveva mai fatto riferimento: Silvan Hefti. Un lampo improvviso che ha inaugurato ufficialmente la nuova era del Grifone americano, stravolgendo i piani di chi fino a ieri sera neppure sapeva chi fosse il 24enne di Rorschach
L'arrivo del terzino svizzero non è però soltanto un rinforzo che si spera possa essere importante per le dinamiche tattiche dei rossoblù, questo sarà evidentemente il campo a stabilirlo. Per il momento lo sbarco dell'ex Young Boys è la semplice (si fa per dire) conferma di quanto la nuova dirigenza, oltre a disporre di una notevole capacità economica (non si compra un terzino a 5 milioni cash se non puoi permettertelo), sappia fare le cose per bene. Lavorare sotto traccia, non perdendo neppure tempo a smentire i falsi indizi disseminati qua e là, è indubbiamente sintomo di serietà professionale e di consapevolezza nei propri mezzi. Lo si era già visto quando la scelta del sostituito di Davide Ballardini cadde sull'inaspettato Andriy Shevchenko, ricoperto d'oro malgrado il suo curriculum da allenatore non fosse neppure lontano parente di quello vantato da calciatore. Lo si era intuito nuovamente anche un paio di settimane fa, all'epoca della nomina del semi-sconosciuto Johannes Spors quale nuovo team manager rossoblù.
Il primo colpo di mercato del Genoa a Stelle&Strisce rappresenta dunque una sorta di paradigma circa il modus operandi dei nuovi proprietari del club. E lo è per almeno altri due motivi. Uno è il fatto che Hefti arrivi a titolo definitivo, senza cervellotiche formule di riscatto o controriscatto tanto familiari fino a poco tempo fa; il secondo è invece nelle tempistiche dell'operazione. L'acquisto dell'esterno elvetico arriva a poco più di 24 ore di distanza dall'uscita della notizia secondo la quale il Grifone avrebbe avuto il mercato bloccato a causa della situazione finanziaria ricevuta in eredità dalla precedente gestione societaria. Uno spauracchio che probabilmente ha tolto per una sera il sonno a più di un tifoso ma che gli americani hanno subito voluto esorcizzare. Non a parole. Con i fatti.
Perché così fanno quelli seri. Quelli che hanno le idee chiare e sanno come metterle in pratica. Ben vengano i proclami e le promesse. Il popolo ha bisogno anche di quelle per sognare un futuro migliore. Ma ciò che importa sono le azioni. E fin qui la 777 non ne ha fallito neppure una.