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Genoamania: Gilardino e il complesso di Giano
Naturale oggi chiedersi quale sia il vero Genoa. Quello compatto e cinico ammirato contro le tre big, oppure quello abulico e remissivo visto nelle altre tre uscite stagionali? Difficile dare una risposta che non sia molto diversa dal 'in media stat virtus' tanto caro ai romani. Quelli antichi, si intende. Poiché quelli moderni, al momento, sembrano avere altri problemi quando pensano ai rossoblù.
La sensazione è che la creatura di Gilardino sia un ibrido ancora in fase di definizione. Non è il mostro apparso al Via del Mare ma probabilmente neanche la corazzata che ha affondato la truppa di Mourinho. O meglio, forse è un po' uno e un po' l'altro. Un Giano bifronte che palesa i propri volti ad intermittenza, alternando ora un verso, ora l'altro. E qui viene il grosso del lavoro per il tecnico di Biella.
Contro la Roma il Genoa ha cambiato ancora una volta pelle, ritornando a quel 3-5-2 che tanto bene aveva fatto lo scorso anno prima di essere travolto al debutto in Serie A dal ciclone viola. Ciò che è cambiato, tuttavia, rispetto alle ultime uscite è stato soprattutto l'atteggiamento di una squadra entrata in campo con gli occhi della tigre e capace di non farsi scoraggiare neppure dopo aver subito il ritorno degli avversari e la perdita prematura di due perni come Badelj e Strootman.
Ora però occorre continuità. Di risultati, certo. Ma prima di tutto di mentalità. E la prima riprova la si avrà già tra 48 ore a Udine. Chissà quale sarà il volto con cui il Grifone si presenterà al Friuli. Per saperlo basta attendere, consci che qualunque sia la risposta della Dacia Arena difficilmente sarà quella definitiva.